Affitto, maxi multa in arrivo: rischi una sanzione pesantissima se commetti questo errore banale

Affitto: rischi davvero grosso se commetti un errore banalissimo. Presta attenzione. 

Oggi il sistema prevede tre aliquote distinte: la 21% per i contratti a canone libero, la 10% per quelli a canone concordato, e la 26% destinata agli affitti brevi, cioè le locazioni di immobili per periodi inferiori a 30 giorni, spesso gestite tramite piattaforme digitali di intermediazione.

Questo schema permette di modulare il carico fiscale in base alle caratteristiche del contratto e alle esigenze sociali, come nel caso delle locazioni a canone calmierato, che incentivano l’offerta di abitazioni a prezzi accessibili.

Affitto, maxi multa in arrivo: rischi una sanzione pesantissima se commetti questo errore banale

Scegliendo la cedolare secca, il proprietario sostituisce il pagamento dell’IRPEF e delle addizionali comunali e regionali con un’unica imposta calcolata sul canone percepito. L’opzione per la cedolare va comunicata attraverso il modello RLI al momento della registrazione o della proroga del contratto.

Affitto e cedolare secca: novità
Le aliquote e il funzionamento della -impresamia.com

 

Un esempio pratico aiuta a comprendere l’applicazione delle aliquote: un proprietario con sette immobili, di cui quattro destinati ad affitti brevi e tre affittati con contratti a canone concordato, pagherà il 26% sugli immobili affittati per brevi periodi e il 10% per quelli a canone calmierato, mentre le locazioni a canone libero applicheranno il 21%. Questa struttura premia la stabilità e la disponibilità di alloggi a prezzi contenuti.

Possono optare per la cedolare secca esclusivamente le persone fisiche proprietarie di unità immobiliari destinate ad uso abitativo, escluse quelle che svolgono attività d’impresa. Gli immobili devono appartenere alle categorie catastali dall’A1 all’A11, considerando anche pertinenze quali garage o cantine.

Dal punto di vista operativo, il pagamento avviene seguendo le scadenze ordinarie dell’IRPEF: l’acconto entro il 30 novembre (in un’unica soluzione se inferiore a 257,52 euro o in due rate, a giugno e novembre, se superiore) e il saldo entro il 30 giugno dell’anno successivo. I versamenti si effettuano tramite modello F24, utilizzando i codici tributo 1840, 1841 e 1842. Il rispetto puntuale delle scadenze è fondamentale per evitare sanzioni e interessi.

Attualmente è in vigore un regime sanzionatorio più rigoroso per contrastare l’evasione nel settore degli affitti. Le infrazioni più comuni riguardano la mancata indicazione dei canoni nei documenti fiscali, dichiarazioni infedeli e la mancata registrazione del contratto di locazione. Le multe possono oscillare tra il 45% e il 140% dell’imposta dovuta, con importi minimi stabiliti dalla legge.

Queste misure rafforzano la trasparenza fiscale, obbligando i proprietari a una gestione più accurata della documentazione e delle comunicazioni all’Agenzia delle Entrate. Gli errori banali, come una registrazione errata o tardiva, possono quindi comportare sanzioni significative, con un impatto economico rilevante.

Per questo motivo, è fortemente raccomandato che i locatori si avvalgano della consulenza di professionisti fiscali, in grado di valutare la convenienza della cedolare secca in base al proprio profilo reddituale e alle caratteristiche del contratto di locazione.

Infatti, pur essendo molto vantaggiosa l’aliquota al 10% per i contratti a canone concordato, la scelta della cedolare secca al 21% deve essere attentamente ponderata, considerando che il reddito da locazione concorre interamente al calcolo dell’ISEE e non permette detrazioni o deduzioni.

L’applicazione corretta di questo regime fiscale, combinata a una gestione attenta degli obblighi, consente di sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla cedolare secca, evitando però rischi che possono trasformarsi in sanzioni pesanti per chi commette errori.

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