Con la Legge di Bilancio 2026 si avvicinano importanti novità per la rottamazione quinquies.
Le modifiche introdotte mirano a rendere più selettiva la definizione agevolata dei debiti, con l’obiettivo di ridurre i tempi di recupero e contrastare abusi e irregolarità che avevano caratterizzato le precedenti edizioni.
La più significativa trasformazione riguarda la durata massima del piano di pagamento: se in passato era possibile dilazionare il debito in un massimo di 120 rate distribuite su dieci anni, ora il Governo ha stabilito di ridurre questo arco temporale a un massimo di 108 rate (nove anni) o addirittura a 96 rate (otto anni).
Rottamazione quinquies 2026, arriva la super sanatoria che tutti aspettavano
Questa scelta punta ad accelerare gli incassi dell’Erario e a limitare i tempi di attesa per la definitiva estinzione del debito fiscale. Accanto a questo, è stata introdotta una rata minima obbligatoria di 50 euro. Questa novità ha un impatto rilevante soprattutto per i cosiddetti microdebitori, cioè quei contribuenti con importi bassi da saldare.

Ad esempio, chi ha un debito di circa 1.000 euro dovrà completare il pagamento in meno di due anni, mentre solo chi possiede debiti di entità superiore potrà usufruire di un piano di dilazione più lungo. L’obiettivo è evitare che somme irrisorie restino aperte per anni, appesantendo inutilmente il sistema.
Secondo gli ultimi dati del Dipartimento delle Finanze, oltre il 23% dei debiti iscritti a ruolo tra il 2000 e il 2024 è inferiore a 100 euro, mentre più della metà dei contribuenti ha debiti compresi tra 100 e 1.000 euro. Solo una ristretta minoranza, circa il 7%, potrà beneficiare di dilazioni fino a nove anni.
Una delle modifiche più controverse riguarda l’esclusione dalle sanatorie di multe stradali, imposte comunali e tributi regionali. Questa scelta legislativa ha suscitato un certo malcontento tra i cittadini che accumulano debiti con gli enti locali, spesso a causa di sanzioni e tasse di modesta entità che, nel tempo, si trasformano in somme rilevanti.
Il motivo alla base di questa esclusione è da ricercarsi nella volontà del Governo di evitare che le amministrazioni locali, sempre più inclini a cedere i crediti a società private per la riscossione, possano beneficiare di una sanatoria fiscale che non risulti poi sostenibile per il bilancio dello Stato.
Le cartelle di piccolo importo emesse dagli enti locali, quindi, non rientrano più nel campo di applicazione della nuova definizione agevolata, rendendo necessario per i contribuenti un diverso approccio per la gestione di questi debiti.
Un ulteriore elemento di novità riguarda il trattamento riservato a chi ha già usufruito delle precedenti sanatorie senza rispettare gli impegni presi. I cosiddetti “furbetti della pace fiscale” saranno esclusi dalla rottamazione quinquies 2026.
Si tratta di contribuenti che, in passato, hanno approfittato delle agevolazioni per sospendere le azioni esecutive, senza però effettuare i pagamenti dovuti. Per contrastare queste situazioni di abuso, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione intensificherà i controlli, incrociando i dati delle adesioni precedenti con i pagamenti effettuati.
Chi non ha rispettato i piani di pagamento in passato non potrà accedere alla nuova sanatoria, segnando un cambio di rotta verso una gestione più rigorosa e meritocratica delle definizioni agevolate.