L’attenzione verso questa misura cresce anche in un momento di incertezza normativa, rendendo l’isopensione uno strumento prezioso.
Nel contesto delle continue discussioni politiche sulle riforme del sistema pensionistico italiano, emerge un’opportunità concreta e meno nota per anticipare l’uscita dal lavoro: l’isopensione.
Questa misura consente ai lavoratori dipendenti del settore privato di andare in pensione prima dell’età ordinaria, con condizioni vantaggiose e tempi più rapidi rispetto alle ipotesi di futuro innalzamento dell’età pensionabile.
Anticipo pensionistico a 60 anni o con 35 anni di contributi: cos’è l’isopensione
L’isopensione è una forma di prepensionamento prevista dalla normativa italiana, riservata esclusivamente ai lavoratori dipendenti del settore privato. Esclusi quindi i dipendenti pubblici e i lavoratori autonomi, i beneficiari devono far parte di aziende con almeno 15 dipendenti.
La misura si attiva tramite un accordo sindacale collegato a un contratto di espansione aziendale, che prevede la possibilità di lasciare il lavoro fino a 7 anni prima dell’età pensionabile standard.
In pratica, chi si trova in una fase avanzata della propria carriera e soddisfa determinati requisiti contributivi può beneficiare di questa soluzione fino a 7 anni prima della pensione ordinaria. La misura è pienamente operativa anche nel 2025 e nel 2026, rappresentando una concreta alternativa al pensionamento anticipato tradizionale.
Requisiti e modalità di accesso alla pensione anticipata
Per accedere all’isopensione, il lavoratore deve essere entro 7 anni dal raggiungimento di uno dei seguenti traguardi pensionistici:
- Pensione anticipata: almeno 35 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, e 34 anni e 10 mesi per le donne;
- Oppure 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, in caso di pensionamento anticipato contributivo.

La procedura richiede l’accordo tra azienda e sindacati, con l’impresa che sostiene integralmente i costi economici del prepensionamento. I lavoratori selezionati possono decidere volontariamente se aderire alla proposta.
Chi accetta riceve un assegno mensile dall’INPS, ma finanziato dall’azienda, calcolato sui contributi maturati fino al momento dell’uscita anticipata. Inoltre, l’azienda versa per tutto il periodo di prepensionamento i contributi figurativi, preservando così il diritto del lavoratore a un assegno pensionistico futuro non penalizzato.
Un’opportunità poco conosciuta ma vantaggiosa
Nonostante l’isopensione rappresenti una via d’uscita anticipata economicamente sostenibile e vantaggiosa, questa misura resta poco diffusa e difficilmente attivabile senza la collaborazione tra imprese e sindacati.
Tuttavia, per i dipendenti di aziende di medie e grandi dimensioni con una rappresentanza sindacale strutturata, si configura come un’opzione concreta per andare in pensione a 60 anni o con 35 anni di contributi.
Con l’eventuale innalzamento dell’età pensionabile previsto per il 2026, che potrebbe portare l’uscita a 62 o 64 anni, l’isopensione offre un’alternativa per non dover attendere i nuovi limiti.
È quindi fondamentale che i lavoratori interessati si informino tempestivamente e valutino la possibilità di avviare la richiesta, rispettando i termini e i requisiti previsti dalla normativa.