Che batosta, le famiglie con figli colpite dal disastro IRPEF di novembre: quanti soldi si perdono

Con l’avvicinarsi della fine dell’anno, cresce l’attesa per l’aggiornamento delle buste paga che, tuttavia, rischia di trasformarsi in una delusione per molte famiglie italiane.

Nonostante le promesse di un significativo alleggerimento fiscale rivolto al ceto medio, le novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2026 non sembrano soddisfare le aspettative, soprattutto per i contribuenti con figli a carico.

Il tanto sperato taglio dell’IRPEF rischia infatti di lasciare molte famiglie con meno risorse disponibili, aggravando le difficoltà di un bilancio familiare già sotto pressione.

Che batosta, le famiglie con figli colpite dal disastro IRPEF di novembre

Il Governo aveva annunciato come misura principale della manovra finanziaria un intervento sul sistema delle aliquote IRPEF, con l’obiettivo dichiarato di semplificare la struttura fiscale e ridurre il carico impositivo per il ceto medio.

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Che batosta, le famiglie con figli colpite dal disastro IRPEF di novembre: quanti soldi si perdono -impresamia.com

 

Nel dettaglio, la proposta prevede la trasformazione dell’attuale aliquota del 35% in un’unica aliquota ridotta al 33%, applicata al secondo scaglione di reddito, cioè a chi percepisce tra 28.000 e 50.000 euro annui.

Tuttavia, questa riforma, pur essendo stata accolta con favore in linea teorica, presenta criticità evidenti per molte famiglie, in particolare per quelle con figli a carico. Il rischio è che il taglio IRPEF non si traduca in un reale aumento del netto in busta paga per tutti, bensì che lasci esclusi da benefici importanti segmenti di contribuenti, in particolare coloro che superano di poco la soglia dei 28.000 euro o che sostengono spese familiari rilevanti.

La questione si fa particolarmente delicata per le famiglie numerose o per i nuclei con redditi medi che già devono affrontare costi elevati per l’istruzione, la cura e il mantenimento dei figli. Se da un lato l’intenzione governativa era quella di sostenere queste famiglie alleggerendo la pressione fiscale, dall’altro la realtà rischia di essere ben diversa.

Molti contribuenti con figli a carico potrebbero infatti trovarsi di fronte a una busta paga meno sostanziosa rispetto a quanto previsto o sperato, a causa di un sistema di aliquote che non tiene sufficientemente conto delle spese aggiuntive legate alla famiglia.

Il cosiddetto “disastro IRPEF” di novembre si traduce così in una perdita economica reale per migliaia di famiglie, che si vedranno costrette a rivedere i propri bilanci mensili, con meno margini di spesa per esigenze quotidiane e investimenti nella crescita dei figli.

La situazione è aggravata dal fatto che gli stipendi medi italiani non sono cresciuti in modo significativo negli ultimi anni e che l’inflazione continua a erodere il potere d’acquisto. La pressione fiscale, pertanto, resta un peso difficile da sostenere, nonostante le promesse di riforma.

Nel contesto della Legge di Bilancio 2026, la riforma IRPEF rappresenta senza dubbio un tentativo di semplificazione del sistema fiscale, ma la sua efficacia appare limitata e segmentata.

La scelta di un’aliquota unica al 33% per il secondo scaglione potrebbe portare a un effetto di “scivolamento” fiscale per quei contribuenti che, pur avendo redditi appena superiori a 28.000 euro o costi familiari elevati, non riusciranno a trarre vantaggio dal taglio.

Questa situazione potrebbe alimentare un senso di ingiustizia fiscale e aumentare la percezione di un sistema che non tutela adeguatamente chi ha più bisogno di sostegno. Inoltre, la mancanza di un’attenzione specifica per le famiglie con carichi familiari maggiori rischia di compromettere la tenuta sociale ed economica di una parte significativa della popolazione italiana.

Il Governo, quindi, è chiamato a trovare una soluzione più equa e mirata che possa garantire un reale beneficio a chi deve affrontare quotidianamente le spese legate alla cura e all’educazione dei figli, senza lasciare indietro nessuno nella corsa verso una maggiore equità fiscale.

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