Quanti anni devi ancora lavorare? Con la mini guida scopri i requisiti per la pensione nel 2026

Nel 2026 restano in vigore i requisiti attuali per la pensione di vecchiaia e anticipata, ma con l’addio a Quota 103 e Opzione Donna cambiano le possibilità di uscita.

Nel panorama previdenziale italiano, le novità per il pensionamento nel 2026 si configurano come un momento di transizione, con pochi cambiamenti sostanziali rispetto all’anno precedente, ma con importanti implicazioni derivanti dall’eliminazione di alcune misure di uscita anticipata. La legge di Bilancio 2026 ha infatti confermato l’età pensionabile a 67 anni, sospendendo per il prossimo anno l’adeguamento automatico all’aumento della speranza di vita, rimandando invece a partire dal 2027 l’innalzamento dell’età pensionabile per quasi tutti i lavoratori, inclusi quelli impiegati in mansioni gravose o usuranti.

Requisiti per la pensione di vecchiaia nel 2026

Per l’anno 2026, l’età pensionabile resta fissata a 67 anni con un requisito minimo di 20 anni di contribuzione. Questa soglia è valida sia per i lavoratori dipendenti che autonomi e trova conferma nel decreto ministeriale del 2019, che blocca l’adeguamento della soglia fino al 2026 a seguito dei dati ISTAT sulla speranza di vita. Per chi ha una carriera contributiva più breve ma concentrata nel periodo successivo al 1996, l’accesso alla pensione di vecchiaia è previsto a 71 anni, con calcolo dell’assegno interamente con il sistema contributivo.

pensione minima 2025
Pensione minima: novità – Impresamia.com

Le deroghe previste dalla legge Amato, che permettono di andare in pensione con un minimo di 15 anni di contributi per alcune categorie di lavoratori, rimangono valide. Inoltre, per i lavoratori impegnati in attività gravose o usuranti, al momento non si applica ancora l’aumento dell’età pensionabile, che scatterà invece nel 2027 con il nuovo adeguamento.

Tra le novità più rilevanti per il 2026 vi è la non proroga di Quota 103 e Opzione Donna, due misure che negli ultimi anni hanno consentito a molti lavoratori di anticipare l’uscita dal lavoro.

Quota 103, introdotta nel 2023 e prorogata fino al 2025, consentiva il pensionamento anticipato con 62 anni di età e 41 anni di contributi, con una finestra di attesa di 9 mesi per l’accesso al trattamento pensionistico. Con la sua eliminazione, si riducono le possibilità di uscita anticipata, facendo presumibilmente salire l’età media di pensionamento intorno ai 65 anni.

Opzione Donna, riservata alle lavoratrici che avevano maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2021, prevedeva la possibilità di pensionamento anticipato con almeno 58 anni di età (per le dipendenti) e 35 anni di contributi, con un calcolo contributivo dell’assegno. Questa misura ha visto diverse proroghe e ampliamenti, ma anch’essa cessa di operare nel 2026, limitando ulteriormente le vie per il pensionamento anticipato.

Rimangono comunque attive altre forme di pensionamento anticipato, come l’Ape Sociale, riservata a categorie svantaggiate quali disoccupati, invalidi e caregiver, nonché la pensione anticipata ordinaria, che richiede un’anzianità contributiva di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, senza limiti anagrafici.

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