Separazione, occhio ai mobili di casa: potresti perdere tutto per una firma fatta anni fa

Dietro una firma apposta anni fa si può nascondere il destino di un’intera casa. Tavolo, divano, credenza, persino i quadri appesi alle pareti: tutto può cambiare proprietario in base a quella scelta fatta — spesso con leggerezza — il giorno del matrimonio. Comunione o separazione dei beni, due opzioni che sembrano formali ma che in realtà tracciano confini precisi tra “tuo” e “mio”.

Chi ha vissuto una separazione lo sa: oltre all’aspetto emotivo, ci sono decisioni pratiche che pesano quanto le parole dette e non dette. Tra queste, la divisione dei beni è una delle più delicate, perché tocca la quotidianità, le abitudini, e in fondo anche i ricordi. Capire come funziona, però, è il primo passo per non aggiungere caos al momento più difficile.

Molte coppie, presi dall’entusiasmo del “per sempre”, non prestano troppa attenzione al regime patrimoniale scelto al matrimonio. Eppure, proprio quella firma può determinare chi avrà diritto ai mobili di casa, ai beni acquistati insieme o persino ai piccoli oggetti accumulati negli anni.

Comunione o separazione dei beni: cosa cambia davvero

Il motivo è più semplice di quanto si pensi: tutto ruota intorno al regime patrimoniale. Con la comunione dei beni, ogni acquisto fatto dopo il matrimonio — a prescindere da chi abbia materialmente pagato — diventa di proprietà comune. Questo significa che, al momento della separazione, ogni bene va diviso a metà, sia nel valore sia nella proprietà.

Così, il divano scelto insieme o l’armadio pagato con lo stipendio di uno solo dei due coniugi appartiene a entrambi. La legge parla chiaro: è “comunione senza quote”, quindi ognuno possiede idealmente il 50% di tutto ciò che è stato comprato durante il matrimonio.

La situazione cambia radicalmente con la separazione dei beni. In questo caso, ciascuno mantiene la proprietà esclusiva di ciò che ha acquistato, purché sia in grado di dimostrarlo. Fatture, scontrini, estratti conto: tutto può servire a provare chi ha comprato cosa. Se invece un bene è stato acquistato insieme, si parla di comproprietà ordinaria, che implica una divisione al 50% in caso di separazione.

separazione mobili di casa
Comunione o separazione dei beni: cosa cambia davvero – impresamia.com

Non mancano le eccezioni: beni ereditati o posseduti prima del matrimonio restano sempre personali, anche in comunione. Ma serve poterlo dimostrare, altrimenti il rischio di perdere tutto — o almeno una parte — è concreto.

Può sembrare un tecnicismo legale, ma in realtà è una questione molto concreta. Conoscere il proprio regime patrimoniale significa sapere come verranno gestiti gli effetti economici di una separazione. Un controllo tempestivo può evitare lunghe dispute o spiacevoli sorprese, soprattutto quando si tratta di oggetti di valore o di arredi costosi acquistati negli anni.

Ecco perché gli avvocati matrimonialisti consigliano sempre di recuperare l’atto di matrimonio e verificare la dicitura relativa al regime patrimoniale. Bastano pochi minuti per capire se quella firma, apposta magari con leggerezza, oggi potrebbe costare molto di più di quanto si immagini.

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