Non aspettare oltre: come bloccare l’aumento dei requisiti e andare in pensione subito

In assenza di una proroga della misura nella prossima legge di Bilancio, il 2025 rappresenta l’ultimo anno utile.

Con l’avvicinarsi dell’anno 2026, cresce l’urgenza per molti lavoratori di pianificare il proprio pensionamento, soprattutto alla luce delle novità legislative in arrivo che innalzeranno i requisiti per l’accesso alla pensione a partire dal 2027.

La possibilità di evitare questo aumento esiste, ma solo se si agisce rapidamente, sfruttando strumenti come la Pace Contributiva, la cui scadenza è fissata al 31 dicembre 2025.

Pensionamento anticipato nel 2026: la sfida dei nuovi requisiti previdenziali

La legge di Bilancio 2027 ha previsto un progressivo innalzamento dei requisiti pensionistici, con un aumento iniziale di un solo mese nel 2027, seguito da ulteriori due mesi nel 2028, per un totale di tre mesi in più di età e contributi necessari per andare in pensione.

Questa misura, seppur più contenuta rispetto alle previsioni iniziali di un incremento di tre mesi già nel 2027, impatterà significativamente sul percorso pensionistico di molti lavoratori.

Pertanto, andare in pensione nel 2026 rappresenta un’opportunità strategica per aggirare questi innalzamenti, evitando di dover lavorare più a lungo o di accumulare contributi aggiuntivi.

Recupero contributi con la Pace Contributiva: una occasione da non perdere

Tra gli strumenti messi a disposizione dal legislatore, la Pace Contributiva si conferma come una delle soluzioni più efficaci per recuperare periodi contributivi mancanti e anticipare la pensione.

Introdotta con la legge di Bilancio 2024 e valida per gli anni 2024 e 2025, questa misura consente ai lavoratori contributivi puri — ossia coloro che non hanno versato contributi prima del 1° gennaio 1996 — di riscattare i periodi scoperti tra il primo versamento contributivo e il 31 dicembre 2023.

I requisiti fondamentali – impresamia.com

Il vantaggio principale è la possibilità di trasformare questi vuoti contributivi in anni utili per il calcolo del diritto alla pensione, facilitando così il raggiungimento dei requisiti minimi richiesti, come i 20 anni di contributi necessari per la pensione di vecchiaia nel 2026.

È importante sottolineare che questo strumento riguarda solo i periodi totalmente privi di contribuzione, non quelli parzialmente mancanti per inadempienze del datore di lavoro o altre cause analoghe.

Come accedere alla Pace Contributiva e le condizioni da rispettare

Per usufruire della Pace Contributiva, gli interessati devono presentare la domanda all’INPS entro il 31 dicembre 2025 e successivamente procedere al versamento dell’importo dovuto. Questo viene calcolato sulla base della retribuzione media degli ultimi 12 mesi e dell’aliquota contributiva vigente nel fondo pensionistico di appartenenza.

Il pagamento può essere effettuato in un’unica soluzione oppure a rate, con un massimo di dieci anni, anche se per chi desidera andare in pensione nel 2026 è consigliabile optare per piani di ammortamento più brevi per completare i versamenti in tempo utile.

Un ulteriore beneficio riguarda la deducibilità fiscale totale del contributo versato, che può essere scaricato dal reddito imponibile nello stesso anno in cui viene effettuato il pagamento, secondo il principio di cassa.

Infine, la Pace Contributiva non solo consente di anticipare l’uscita dal lavoro, ma può anche migliorare l’importo della pensione, potenzialmente fino a triplicare l’assegno sociale, offrendo così un duplice vantaggio economico e previdenziale.

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