Tra le principali novità della legge di Bilancio 2026 si profila un quadro di conferme e rinunce, per le pensioni.
Mentre si delineano interventi importanti sulla riforma Irpef e la tassazione degli assegni previdenziali, la tanto attesa revisione del sistema pensionistico, in particolare quella che avrebbe modificato le norme della legge Fornero, sembra destinata a rimanere lettera morta.
Il governo Meloni, infatti, conferma un approccio prudente e rigoroso, dettato dalla necessità di rispettare il tetto del 3% di deficit, condizione imprescindibile per evitare sanzioni europee e mantenere stabile la credibilità finanziaria del Paese.
Legge di Bilancio 2026: risorse scarse e priorità diverse
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha ribadito con fermezza che le risorse disponibili per la manovra ammontano a circa 15 miliardi di euro e devono essere gestite con la massima cautela.

In questo contesto, la priorità sarà data a settori fondamentali come salari, sanità e sostegno alla famiglia, mentre le pensioni non saranno al centro di nuovi interventi strutturali.
Il limite del 3% di deficit imposto da Bruxelles non permette infatti al governo di ampliare la spesa pubblica senza rischiare l’apertura di una nuova procedura d’infrazione per disavanzo eccessivo, una minaccia da cui l’Italia cerca di uscire anticipatamente.
Questo vincolo stringente ha spinto la presidenza del Consiglio e il ministero dell’Economia a rinunciare a qualsiasi revisione significativa delle pensioni, nonostante le pressioni politiche.
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, insieme al ministro del Lavoro Marina Elvira Calderone, ha deciso di mantenere intatte le attuali norme sulla flessibilità in uscita, senza introdurre modifiche rilevanti o aumenti degli assegni pensionistici.
Il pacchetto di proposte inviato dal ministero del Lavoro non prevede novità rispetto alle misure già vigenti, confermando così che la riforma della legge Fornero non sarà oggetto di intervento nel breve termine.
La decisione era in qualche modo attesa, considerando che la stessa Meloni, fin dall’inizio del suo mandato, aveva mostrato scarsa propensione a modificare la disciplina pensionistica.
Il recente aumento di tre mesi dell’età pensionabile, previsto dalle regole vigenti, ha reso ancor più urgente il blocco di nuovi innalzamenti, ma senza trovare spazio per una revisione più ampia delle regole.
Il governo ha deciso di intervenire sul secondo scaglione di reddito, con l’obiettivo di alleggerire il carico fiscale per molte famiglie e pensionati. Questi interventi dovrebbero portare a un sistema fiscale più equo, anche se i dettagli specifici saranno definiti nel corso dell’iter parlamentare della legge di Bilancio.
L’attenzione verso la revisione degli scaglioni Irpef e la tassazione degli assegni previdenziali riflette una strategia di governo che punta a sostenere il potere d’acquisto, in particolare per le fasce di reddito medio-basse, senza però compromettere la tenuta dei conti pubblici.