Fisco, buone notizie: sotto questa soglia non devi più pagare i debiti

Le novità fiscali per il 2026 si concentrano su una nuova edizione della cosiddetta rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali.

La misura, fortemente voluta dalla Lega per Salvini Premier, si inserisce nella prossima Legge di Bilancio e ha come obiettivo sia il sostegno ai cittadini in difficoltà sia il recupero rapido dei crediti fiscali per lo Stato.

Il testo definitivo della rottamazione quinquies è atteso per settembre 2026, come confermato dal senatore leghista Massimo Garavaglia, presidente della commissione Finanze. La misura potrebbe essere articolata in due tronconi, distinti a seconda dell’ammontare del debito fiscale: da una parte i piccoli importi sotto i 1.000 euro, dall’altra le cifre più consistenti, superiori a 50.000 euro.

Tra le novità più rilevanti, spicca l’esclusione dal pagamento delle cartelle esattoriali di importo inferiore a 1.000 euro. Il governo sta infatti valutando la possibilità di uno stralcio automatico di queste micro cartelle, giudicate antieconomiche da riscuotere. Tale meccanismo prevede l’azzeramento automatico di debiti di piccola entità, riducendo così il carico burocratico e amministrativo per l’Agenzia delle Entrate – Riscossione.

Per i debiti superiori a 50.000 euro, invece, si ipotizza un piano di rateizzazione più strutturato, con una durata ridotta a 96 rate mensili (8 anni) rispetto alle 120 precedenti (10 anni). Le rate minime dovrebbero partire da 50 euro, e per i grandi importi è prevista una maxi rata iniziale del 5% per confermare l’impegno del debitore a sanare la propria posizione.

Nuovi criteri per l’accesso e flessibilità per i contribuenti

La nuova definizione agevolata, oltre a prevedere la riduzione di sanzioni, interessi di mora, aggio e diritti di riscossione, si propone più flessibile rispetto alle edizioni precedenti. Una delle modifiche più attese riguarda la decadenza dall’agevolazione, che non scatterebbe più alla prima rata saltata, ma dopo l’assenza di pagamento di otto rate (anche non consecutive). Questo approccio mira a tutelare maggiormente i contribuenti che, pur in difficoltà, dimostrano volontà di regolarizzazione.

Rimane però ferma la possibile esclusione di chi ha già aderito a precedenti rottamazioni e poi è decaduto per mancato pagamento: il governo valuta attentamente questi casi per evitare abusi e garantire la sostenibilità della misura.

Tra i requisiti per accedere alla nuova rottamazione, saranno probabilmente introdotti criteri selettivi basati sulla situazione reddituale (ISEE) e sulla regolarità nei precedenti piani di pagamento. Inoltre, si prevede l’obbligo di utilizzare strumenti di pagamento tracciabili, per assicurare trasparenza nelle operazioni e combattere eventuali frodi.

Secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio, circa il 77% dei debiti fiscali pendenti riguarda importi inferiori a 1.000 euro, confermando la strategia del governo di alleggerire il carico di microdebiti, spesso difficili da recuperare e costosi da gestire. Lo stralcio automatico di queste cartelle potrebbe quindi rappresentare un vantaggio netto per le casse pubbliche, consentendo un focus più efficace sui crediti di maggiore entità.

Per quanto riguarda i debiti più consistenti, la nuova rottamazione quinquies potrebbe estendere la possibilità di rateizzazione fino a 10 anni, con condizioni più favorevoli rispetto al passato. Tale misura punta a garantire un recupero più rapido delle risorse, senza gravare eccessivamente sui contribuenti.

L’intera strategia fiscale si inserisce in un contesto di revisione della spesa pubblica e ricerca di coperture, con alcuni fondi che potrebbero derivare da avanzi di bilancio degli anni precedenti o da tagli a Ministeri e servizi pubblici.

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