Solo investendo in formazione e valorizzando le competenze tecnologiche si potrà garantire all’Italia un futuro competitivo.
In Italia, il settore delle Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) rappresenta una delle aree con maggiori opportunità lavorative, ma allo stesso tempo è il tallone d’Achille del nostro Paese per la scarsità di laureati specializzati.
Nonostante la crescente domanda di professionisti nell’ambito digitale e tecnologico, l’Italia si posiziona ultima tra i Paesi OCSE per la quota di laureati in questo campo, con conseguenze significative sulla competitività nazionale e sul mercato del lavoro.
L’Italia fanalino di coda nelle lauree ICT
Le Tecnologie dell’informazione e della comunicazione, note anche con l’acronimo inglese ICT, comprendono un vasto insieme di discipline che spaziano dall’informatica all’ingegneria del software, dalla cybersicurezza fino all’Intelligenza Artificiale. Questi settori sono al centro della trasformazione digitale globale e rivestono un’importanza strategica per lo sviluppo economico e tecnologico di ogni Paese.
Tuttavia, l’Italia mostra un ritardo preoccupante nella formazione di professionisti qualificati: la percentuale di laureati ICT è significativamente inferiore rispetto alla media OCSE, posizione che espone il Paese a un rischio concreto di perdere competitività internazionale.
La mancanza di figure specializzate limita la capacità delle imprese italiane di adottare e innovare con le nuove tecnologie, riducendo le prospettive di crescita e sviluppo.
Opportunità di lavoro e stipendi competitivi
Nonostante questa carenza di laureati, la domanda di lavoro nel settore ICT è in continua crescita e supera largamente l’offerta. Le aziende italiane e internazionali cercano figure come sviluppatori software, esperti di sicurezza informatica, data scientist e specialisti in intelligenza artificiale, con salari che possono arrivare a livelli particolarmente elevati rispetto alla media nazionale.

Secondo le ultime rilevazioni, uno dei lavori più richiesti in Italia è proprio quello legato all’ICT, con stipendi che in certi casi si avvicinano a cifre da “re”, grazie all’importanza strategica e alla scarsità di professionisti qualificati. Questa forbice tra domanda e offerta rende il settore un’opportunità imperdibile per i giovani che scelgono di investire in una formazione tecnica e digitale.
Formazione e incentivi per invertire la rotta
Per affrontare questa situazione, è fondamentale incentivare la formazione nelle discipline ICT e aumentare l’attrattività di questi percorsi universitari. Diverse università italiane stanno potenziando i corsi di laurea in informatica, ingegneria informatica e tecnologie digitali, mentre iniziative pubbliche e private cercano di promuovere competenze digitali fin dalla scuola superiore.
Inoltre, il governo ha avviato programmi di sostegno per favorire l’ingresso dei giovani nel settore tecnologico e per stimolare la crescita delle competenze digitali nella popolazione attiva. Tra le misure più recenti vi sono incentivi fiscali per le imprese che assumono giovani laureati ICT e investimenti in infrastrutture digitali nelle aree meno servite del Paese.
La trasformazione digitale è ormai un elemento imprescindibile per lo sviluppo economico e sociale, e la carenza di professionisti specializzati rappresenta un ostacolo da superare con urgenza.