Nuovi lavori a rischio a causa dell'intelligenza artificiale: "Spariranno nel giro di pochi anni

Solo attraverso una governance attenta e un’adeguata formazione sarà possibile trasformare i rischi legati all’intelligenza artificiale.

L’evoluzione dell’intelligenza artificiale continua a rappresentare una sfida cruciale per il mercato del lavoro globale. Sam Altman, CEO di OpenAI, ha recentemente rinnovato l’allarme riguardo all’impatto dell’IA su numerosi settori professionali, sottolineando come milioni di posti di lavoro potrebbero scomparire nel giro di pochi anni a causa dell’automazione avanzata.

L’intervista rilasciata al The Tucker Carlson Show offre uno spaccato aggiornato sulle preoccupazioni e sulle possibili strategie da adottare per mitigare gli effetti negativi.

I settori maggiormente a rischio secondo Sam Altman

Secondo Altman, il comparto più vulnerabile è quello del servizio clienti, dove le attività di assistenza via telefono o computer sono facilmente sostituibili da modelli di IA capaci di rispondere con maggiore rapidità e precisione, senza i limiti tipici dell’operatore umano.

Il CEO di OpenAI ha dichiarato senza mezzi termini che una parte significativa di questi lavori sarà spazzata via dall’adozione di sistemi automatizzati.

Un altro settore che potrebbe subire cambiamenti drastici è quello della programmazione e dello sviluppo software. L’intelligenza artificiale si sta infatti dimostrando sempre più efficiente nella scrittura e nella correzione di codice, riducendo la necessità di un numero elevato di sviluppatori.

Questo fenomeno potrebbe rappresentare un ridimensionamento significativo per una categoria professionale che fino a poco tempo fa si riteneva immune all’automazione.

I cambiamenti stanno avvenendo in modo rapido – impresamia.com

Nonostante ciò, alcune professioni sembrano oggi più difficili da replicare con le macchine, in particolare quelle che richiedono una forte componente umana, come il settore infermieristico e le attività basate su interazioni empatiche e relazioni profonde. Questi ambiti mantengono una certa sicurezza, almeno nel breve termine.

La rapidità dei cambiamenti e le conseguenze sociali

Altman ha evidenziato come la velocità con cui l’IA sta trasformando il mercato del lavoro sia senza precedenti. Mentre storicamente i lavori subivano mutamenti radicali ogni 75 anni circa, l’automazione basata sull’IA potrebbe accelerare questo processo in modo esponenziale, lasciando pochissimo tempo alla forza lavoro per adattarsi.

Questo scenario potrebbe generare ondate improvvise di licenziamenti, con impatti sociali ed economici difficili da gestire.

Il CEO di OpenAI ha sottolineato che la vera criticità non è solo rappresentata dall’adozione della tecnologia in sé, ma dalla mancanza di tempo e di strategie efficaci per preparare i lavoratori a questa transizione.

Strategie e prospettive per il futuro del lavoro

Nonostante le previsioni preoccupanti, esistono modelli che possono aiutare a contenere gli effetti negativi.

Da un lato, molte aziende stanno puntando su un modello ibrido, dove l’IA esegue compiti ripetitivi e standardizzati, mentre gli operatori umani si concentrano sulle situazioni complesse e sull’instaurazione di rapporti di fiducia con i clienti. Questa sinergia potrebbe valorizzare il capitale umano mantenendo livelli elevati di efficienza.

Alcune realtà imprenditoriali, come Salesforce, hanno già implementato sistemi di automazione che hanno portato alla sostituzione di migliaia di operatori del servizio clienti con l’IA.

Tuttavia, secondo le analisi di Gartner, entro il 2027 molte aziende potrebbero rivalutare queste scelte e reintegrare personale umano, riconoscendo il valore insostituibile delle interazioni autentiche e dell’empatia.

Sam Altman invita inoltre a considerare interventi di natura sociale e politica, finalizzati a proteggere i lavoratori e a favorire una riconversione professionale efficace.

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