Arriva il blocco dello stipendio per questi lavoratori: il motivo e cosa fare

Dal 2026 sarà possibile il blocco parziale dello stipendio per coloro che hanno cartelle esattoriali superiori ad un certo tetto.

Questa novità normativa, pensata per favorire il recupero crediti da parte del Fisco, coinvolge una fetta consistente della pubblica amministrazione italiana.

L’articolo 1, commi 84 e 85 della Manovra finanziaria stabilisce che le somme dovute a titolo di stipendio, salario o altre indennità relative al rapporto di lavoro, comprese quelle per licenziamento, possono essere sospese in modo parziale quando il dipendente pubblico è debitore verso l’erario per importi superiori a 5.000 euro e percepisce una retribuzione superiore ai 2.500 euro lordi mensili.

Il blocco dello stipendio per i dipendenti pubblici con debiti fiscali

La sospensione non è mai totale: viene garantita una quota cospicua dello stipendio, in modo da non compromettere la capacità di sostentamento del lavoratore, ma al contempo si consente il recupero del debito fiscale.

Blocco dello stipendio: quando possono farlo?
Il blocco dello stipendio per i dipendenti pubblici con debiti fiscali-impresamia.com

Secondo i dati aggiornati del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), circa 250.000 dipendenti pubblici risultano avere debiti con il Fisco superiori a 5.000 euro. Tra questi, circa 30.000 percepiscono uno stipendio medio di 3.500 euro, un valore che rientra pienamente nei parametri imposti dalla norma.

Ciò implica che un numero rilevante di lavoratori pubblici potrebbe subire una trattenuta sul proprio stipendio, con tagli potenzialmente significativi.

Il meccanismo previsto dalla legge prevede che l’Agenzia delle Entrate Riscossione possa intervenire per recuperare parte dello stipendio attraverso una trattenuta mensile. Per gli stipendi superiori a 2.500 euro lordi, viene bloccato un settimo della retribuzione fino al saldo totale del debito. Per gli emolumenti una tantum, come la tredicesima mensilità, il blocco sarà pari a un decimo dell’importo.

Per fare un esempio concreto, un dipendente che percepisce uno stipendio lordo di 2.700 euro subirà una trattenuta mensile di circa 385 euro, somma che sarà detratta fino alla completa estinzione del debito fiscale.

Nel caso di un lavoratore con uno stipendio mensile di 1.800 euro e una tredicesima che fa superare la soglia dei 2.500 euro, scatterà invece il blocco di un decimo della retribuzione, pari a circa 180 euro al mese. Questa misura, pur essendo restrittiva, è stata pensata per contemperare le esigenze di recupero del Fisco con la tutela del reddito minimo necessario al lavoratore.

La novità introdotta dalla Legge di Bilancio 2025 non avrà effetto immediato: l’entrata in vigore è stata posticipata al 2026 per consentire agli enti pubblici di aggiornare e adeguare i propri sistemi informativi ai nuovi controlli fiscali. Questo slittamento temporale offre ai dipendenti pubblici un margine di tempo prezioso per regolarizzare la propria posizione debitoria.

In particolare, i lavoratori interessati potranno:

  • Verificare la propria situazione debitoria tramite il portale dell’Agenzia delle Entrate, grazie a strumenti digitali sempre più accessibili e dettagliati;
  • Sanare il debito in modo integrale o mediante piani di rateizzazione concordati con l’Agenzia delle Entrate Riscossione;
  • Contestare eventuali errori o incongruenze nelle cartelle esattoriali per evitare trattenute ingiustificate.

Questa fase di “preparazione” è fondamentale per evitare sorprese e decurtazioni improvvise dello stipendio a partire dal 2026.

L’introduzione del blocco parziale dello stipendio per chi ha debiti fiscali rappresenta un cambio di passo nella politica di recupero crediti dello Stato verso i dipendenti pubblici. Fino ad oggi, infatti, erano previste maggiori tutele e soglie più alte per la pignorabilità degli emolumenti pubblici rispetto ai privati, ma con la nuova legge si allinea la situazione fiscale anche per questi lavoratori.

L’impatto sociale e organizzativo di questa misura è significativo. Da un lato, il Fisco punta a ridurre l’evasione e il mancato pagamento delle cartelle esattoriali, dall’altro si dovranno affrontare eventuali criticità legate alla morale del personale e alla gestione delle trattenute mensili.

Inoltre, la pubblica amministrazione dovrà investire risorse per adeguare i propri sistemi di controllo e gestione stipendiari, garantendo trasparenza e correttezza nell’applicazione della norma.

Chiunque desideri approfondire la propria situazione fiscale può già da ora consultare i servizi online dell’Agenzia delle Entrate, che offrono un quadro aggiornato sulle cartelle esattoriali pendenti e sulle modalità di pagamento e rateizzazione disponibili.

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