L’INPS rafforza i controlli sui pensionati all’estero con verifiche incrociate e nuove tecnologie per contrastare irregolarità e tutelare le erogazioni previdenziali.
L’INPS ha annunciato un’intensificazione dei controlli rivolti ai pensionati che scelgono di trasferirsi all’estero, con particolare attenzione a coloro che risiedono in Paesi considerati “a rischio” per la normativa pensionistica italiana. Le nuove misure mirano a evitare indebiti percepimenti o violazioni delle regole previste per il mantenimento della pensione all’estero.
Trasferirsi all’estero: quando si rischia la perdita della pensione
L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale sta predisponendo una serie di verifiche mirate a chi percepisce una pensione italiana ma risiede stabilmente in determinate nazioni dove le condizioni di controllo e di scambio di informazioni con l’Italia sono meno trasparenti o non completamente affidabili. Secondo le ultime indicazioni, chi si trasferisce in questi Paesi rischia di perdere il diritto alla pensione, soprattutto quando non comunica correttamente la propria residenza o non rispetta le normative vigenti.
Si tratta di una misura che fa seguito alla necessità di garantire la regolarità delle erogazioni pensionistiche, tutelando sia l’ente previdenziale sia gli stessi pensionati che agiscono in conformità con le regole. L’INPS ha chiarito che saranno intensificati i controlli per verificare la presenza effettiva del pensionato nel luogo dichiarato e che eventuali discrepanze potrebbero portare a sospensioni o revoche del trattamento pensionistico.

Tra i Paesi maggiormente attenzionati dall’INPS vi sono stati quelli con i quali non esistono accordi bilaterali solidi in materia di sicurezza sociale o dove le autorità italiane riscontrano difficoltà nell’accesso ai dati. Tra questi, figurano alcune nazioni dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina, oltre a Stati dove l’organizzazione amministrativa è meno sviluppata o dove sussistono problemi di trasparenza.
Chi decide di trasferirsi in questi Stati deve essere consapevole che la pensione italiana potrebbe non essere più erogata qualora non vengano rispettate le condizioni di legge, in particolare se non viene fornita una prova concreta della residenza all’estero e della permanenza continuativa nel Paese scelto.
Le verifiche previste dall’INPS non si limiteranno più soltanto alla richiesta di autocertificazioni da parte del pensionato, ma prevedono un’attività di incrocio dati e di accertamenti incrociati con enti esteri e con altri database internazionali. L’obiettivo è quello di individuare eventuali discrepanze, come la presenza simultanea in Italia e in un altro Paese, o la permanenza fittizia all’estero per continuare a percepire la pensione.
L’INPS ha sottolineato che in caso di riscontro di violazioni, il pensionato potrebbe subire la sospensione immediata dell’erogazione e la richiesta di restituzione degli importi percepiti indebitamente, con possibili sanzioni amministrative. Inoltre, si invitano i pensionati residenti all’estero a comunicare tempestivamente ogni variazione relativa alla propria residenza per evitare disguidi o contestazioni.
L’attenzione dell’istituto previdenziale si concentra anche su forme di controllo più innovative, come l’utilizzo di sistemi di geolocalizzazione e l’analisi di dati provenienti da diverse fonti, al fine di garantire un monitoraggio efficace e puntuale. Questo approccio riflette la crescente necessità di adeguare la gestione delle pensioni a una realtà sempre più globale e complessa.
Chi percepisce una pensione dall’Italia e intende trasferirsi all’estero deve informarsi accuratamente sulle normative vigenti e sulle procedure di comunicazione da seguire, soprattutto se la destinazione è uno dei Paesi sotto la lente dell’INPS. La corretta osservanza delle regole è fondamentale per evitare la perdita del diritto alla pensione e per mantenere un rapporto trasparente con l’ente previdenziale.