Pensioni, scattano gli aumenti: ecco quanto prenderai in più ogni mese

Il dibattito sulla sostenibilità di questi interventi resta aperto in vista della prossima manovra economica.

Da gennaio 2026 scatteranno gli aumenti delle pensioni, calcolati sulla base dell’andamento dell’inflazione con l’obiettivo di mantenere il potere d’acquisto degli assegni previdenziali e assistenziali.

Tuttavia, l’incremento mensile per i pensionati sarà contenuto, mentre per lo Stato il costo complessivo rischia di essere particolarmente elevato, con una spesa stimata di circa 5 miliardi di euro.

Rivalutazione delle pensioni: come funzionerà l’aumento nel 2026

La rivalutazione delle pensioni, o perequazione, è un meccanismo previsto dalla legge n. 448/1998 che adegua gli assegni in base all’inflazione, evitando così che il rincaro dei prezzi eroda il valore reale delle prestazioni.

Per il 2026, il governo ha previsto un’inflazione media annua intorno all’1,7%, un valore molto più contenuto rispetto agli anni precedenti, quando l’inflazione aveva superato punte anche a due cifre a causa della pandemia e della guerra in Ucraina.

L’adeguamento delle pensioni sarà quindi modesto: per una pensione di 1.000 euro, ad esempio, l’aumento lordo sarà di circa 17 euro al mese. Questo incremento varia però in base al livello della pensione, seguendo un sistema a scaglioni:

  • Pensioni fino a 2.413,60 euro lordi: rivalutazione piena dell’1,7%;
  • Quota tra 2.413,60 e 3.017 euro: aumento pari al 90% del tasso, quindi 1,53%;
  • Parte eccedente i 3.017 euro: rivalutazione ridotta al 75%, ovvero 1,27%.

Di conseguenza, chi percepisce pensioni più basse o medie vedrà un adeguamento pieno, mentre per i titolari di assegni più alti l’aumento sarà progressivamente ridotto. Per esempio, una pensione di 5.000 euro riceverà un incremento mensile lordo di circa 63,50 euro.

Impatto finanziario per lo Stato e possibili tagli

Sebbene gli aumenti mensili appaiano contenuti per i pensionati, il costo per le casse pubbliche sarà significativo. Nel 2025 la spesa previdenziale e assistenziale si avvicina ai 355 miliardi di euro; applicando l’aumento del 1,7% si arriverebbe a un esborso superiore a 6 miliardi. Tuttavia, grazie al meccanismo a scaglioni, la spesa netta prevista per la rivalutazione nel 2026 si attesta intorno a 5 miliardi.

Cosa prevede la Legge di Bilancio 2026 -impresamia.com

Questo impegno economico importante potrebbe spingere il governo a valutare di nuovo interventi correttivi o tagli, come già avvenuto negli anni passati – misure che in passato sono state anche confermate dalla Corte Costituzionale.

La Legge di Bilancio 2026 dovrà quindi tener conto di questo scenario, bilanciando la necessità di sostenere i pensionati con le risorse disponibili.

Le organizzazioni sindacali dei pensionati hanno espresso preoccupazione per l’entità degli aumenti, sottolineando che la perequazione non è un regalo, bensì uno strumento essenziale per difendere il potere d’acquisto, ormai eroso da anni.

La Uilp ha evidenziato che un assegno lordo di 3.500 euro ha perso, in un decennio, quasi 10.000 euro di valore reale. Per questo motivo, hanno chiesto la piena rivalutazione degli assegni, una riduzione della pressione fiscale sulle pensioni – tra le più elevate d’Europa – e l’ampliamento della platea dei beneficiari della quattordicesima mensilità.

L’aumento delle pensioni nel 2026 pone così in evidenza un evidente contrasto: per i pensionati gli incrementi saranno modesti, mentre per lo Stato il conto complessivo si preannuncia molto oneroso.

Change privacy settings
×