Mutui, rate in diminuzione: quanto pagherai nel 2026, tutto stravolto

La discesa delle rate dei mutui continua a farsi sentire, con risparmi mensili che superano i 150 euro rispetto a un anno fa.

Nonostante la Banca Centrale Europea (BCE) abbia rallentato il ritmo dei tagli ai tassi di interesse, le condizioni per i mutui, sia a tasso fisso che variabile, stanno diventando sempre più vantaggiose per le famiglie italiane.

Ma quali sono le prospettive per il 2026? E conviene scegliere un mutuo a tasso fisso o variabile?

Mutui variabili: risparmi concreti e prospettive per il 2026

Da dicembre 2023 a oggi, il costo medio di un mutuo variabile da 126.000 euro con durata di 25 anni è sceso sensibilmente: la rata mensile è passata da 752 euro a 601 euro a giugno 2025, con un risparmio di quasi 150 euro al mese, pari a oltre 1.700 euro all’anno. Questo calo è il risultato di otto riduzioni consecutive dei tassi BCE, anche se la Banca Centrale ha sospeso il ciclo dei tagli a luglio.

Se la BCE dovesse riprendere la politica espansiva, portando i tassi all’1,5-1,75%, la rata potrebbe scendere ulteriormente. Tuttavia, i benefici non sono immediati: le variazioni dei tassi BCE si riflettono con alcune settimane di ritardo sugli indici Euribor e quindi sulle rate dei mutui variabili, soprattutto su quelli a lunga durata, dove la quota di interessi è più rilevante.

A settembre 2025, le migliori offerte per mutui variabili sul mercato italiano mostrano tassi di interesse medi intorno al 2,18-2,59%, con rate mensili comprese tra 545 e 571 euro per un mutuo di importo e durata standard. Questa scelta resta interessante per chi può tollerare un certo grado di incertezza e punta a risparmi immediati.

Mutui a tasso fisso: condizioni storicamente vantaggiose e sicurezza

Nel contempo, i mutui a tasso fisso si mantengono su livelli storicamente bassi e stabili, con offerte che fino a pochi anni fa sarebbero sembrate impossibili. Alcuni istituti, come Credit Agricole, propongono mutui a tasso fisso per immobili green con un TAN del 2,65%, mentre BNL e Banca Sella offrono tassi intorno al 2,70-2,80%, con rate mensili comprese tra 575 e 585 euro.

Queste condizioni rappresentano una vera opportunità per chi cerca la certezza di una rata stabile nel tempo e vuole proteggersi da eventuali rialzi dei tassi, che alcuni analisti non escludono già a partire dal 2026.

Le novità per surroga e rinegoziazione – impresamia.com

La scelta tra fisso e variabile dipende quindi dall’orizzonte temporale e dalla propensione al rischio: il fisso è una polizza a lungo termine, il variabile un’opzione più flessibile per chi cerca risparmi immediati.

Surroga e rinegoziazione: strumenti per ridurre la rata

Un’opzione da valutare attentamente è la surroga del mutuo. Chi ha sottoscritto un mutuo negli anni scorsi, quando i tassi erano più elevati, può oggi trasferire il proprio finanziamento a un altro istituto bancario che offra condizioni più favorevoli, senza oneri aggiuntivi.

Questo strumento consente di abbassare la rata mensile in modo significativo, grazie ai tassi attuali più bassi.

Per esempio, a settembre 2025, un mutuo di 126.000 euro a tasso fisso per 25 anni può avere una rata mensile di circa 622 euro con Intesa Sanpaolo, mentre per immobili green si scende a 580 euro. La surroga rappresenta quindi un vantaggio concreto per chi vuole migliorare la gestione del proprio bilancio familiare.

I fattori da considerare nella scelta del mutuo

La decisione tra mutuo fisso e variabile non dipende solo dai tassi BCE, ma anche dalle aspettative di mercato e dalla durata del finanziamento. I mutui fissi si basano sulle previsioni future e spesso anticipano gli andamenti dei tassi; ad esempio, le attuali condizioni favorevoli sono state già scontate dal mercato in vista della possibile fine del ciclo dei tagli.

Inoltre, la durata del mutuo influisce sull’impatto delle variazioni dei tassi: un mutuo variabile a breve termine risente meno di un taglio dei tassi rispetto a uno a lunga scadenza, dove la quota di interessi è più alta.

In questo contesto, la scelta più adatta varia in base alle esigenze personali, alla capacità di assorbire eventuali oscillazioni dei tassi e alla strategia finanziaria adottata. Gli scenari per il 2026 suggeriscono prudenza, ma anche opportunità per chi vuole approfittare dei tassi ai minimi storici.

Change privacy settings
×