Partite Iva, buone notizie: via libera alle domande per il concordato preventivo biennale, quanto si risparmierà

Una nuova opportunità per pianificare le imposte 2025-2026 e ridurre il carico fiscale grazie al concordato preventivo biennale

Il mondo delle Partite Iva riceve una spinta positiva con l’apertura delle domande per il concordato preventivo biennale: non è un semplice strumento di calcolo delle imposte, ma consente di ricevere una proposta personalizzata dall’Agenzia delle Entrate, basata sui redditi dichiarati negli anni precedenti e sulle previsioni economiche future. In pratica permette di anticipare e stabilire in modo prevedibile il reddito su cui verranno calcolate le imposte per i prossimi due anni fiscali.

Questa proposta rappresenta una sorta di “accordo preventivo” che fissa in anticipo il reddito da considerare ai fini di Irpef, Ires e Irap, rendendo più chiaro e pianificabile l’impatto fiscale sui periodi d’imposta 2025 e 2026.

Fino al 30 settembre 2025, titolari di reddito d’impresa e lavoro autonomo potranno aderire a questo strumento pensato per agevolare la gestione fiscale e semplificare il pagamento delle imposte per i prossimi due anni. 

Chi può aderire e chi resta escluso

Arrivano buone notizie per i titolari di partita Iva: per chi non ha ancora avuto modo di aderire al concordato nel 2024, l’occasione di quest’anno è particolarmente interessante grazie al cosiddetto “ravvedimento speciale”, che permette di regolarizzare eventuali discrepanze o ritardi nei periodi precedenti. In altre parole, anche chi ha avuto qualche difficoltà nel rispettare le scadenze fiscali può beneficiare di un margine di manovra importante, riducendo rischi e sanzioni.

P.Iva risparmio
Arriva il risparmio per chi ha P.Iva – impresamia

Il concordato preventivo biennale è destinato ai lavoratori autonomi, ai liberi professionisti e alle piccole imprese. Per aderire, il contribuente deve essere titolare di partita Iva e applicare gli Indici Sintetici di Affidabilità (Isa). Sono quindi esclusi i contribuenti che operano nel regime forfettario, i quali continueranno a beneficiare della flat tax prevista dal loro regime fiscale.

L’adesione deve avvenire entro il 30 settembre 2025, utilizzando la dichiarazione dei redditi con gli Isa oppure il modello Cpb, corredata dal frontespizio del Modello Redditi 2025. La procedura è completamente telematica, seguendo lo stesso sistema utilizzato per l’invio della dichiarazione annuale. La scadenza iniziale, fissata al 31 luglio, è stata prorogata con il Dlgs n. 81/2025, consentendo più tempo ai contribuenti per valutare con attenzione l’opportunità.

Il reddito su cui vengono calcolate le imposte deriva dai dati dichiarati nell’anno precedente, verificati e confrontati con i parametri di settore. In base all’affidabilità fiscale del contribuente, l’Agenzia delle Entrate applica dei limiti percentuali per definire il reddito concordato: un contribuente con affidabilità massima potrà concordare fino al 10% in più rispetto al reddito dichiarato, mentre chi ha un’affidabilità leggermente inferiore potrà arrivare fino al 25%.

Eventi straordinari, come la chiusura temporanea dell’attività per più di 30 giorni, possono essere segnalati per adeguare la proposta e ridurre il reddito concordato, con un impatto diretto sulle imposte dovute. In termini pratici, questo significa che un’attività che ha subito interruzioni o difficoltà può ottenere una riduzione proporzionata del carico fiscale, rendendo il concordato uno strumento efficace per risparmiare e pianificare con maggiore sicurezza.

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