La misura è un’opportunità concreta per correggere errori che incidono negativamente sull’importo pensionistico e sulla liquidazione finale.
Nel contesto delle pensioni statali, arriva un’opportunità rilevante per migliaia di pensionati: il condono contributivo introdotto dalla recente normativa consente di correggere errori o mancanze nei dati contributivi e ottenere assegni pensionistici più elevati.
Questa misura, che riguarda soprattutto i contributi versati prima del 2005, offre la possibilità di rivedere la propria posizione contributiva senza oneri aggiuntivi, con la prospettiva di un ricalcolo più favorevole dell’importo della pensione.
Il condono contributivo: una chance per ricalcolare la pensione
Il condono contributivo per le pensioni statali nasce per sanare errori e omissioni nei versamenti contributivi, che nel tempo hanno portato a calcoli errati degli assegni. Molti pensionati scoprono, anche dopo anni di lavoro, che la loro pensione non riflette correttamente tutti i periodi di servizio o i contributi dovuti, a causa di dati incompleti o inesatti.
La recente circolare Inps n. 118 del 12 agosto 2025 chiarisce che per i periodi di paga fino al 31 dicembre 2004, le Pubbliche Amministrazioni che hanno trasmesso le denunce mensili sono considerate automaticamente in regola con gli obblighi contributivi, senza dover dimostrare il versamento effettivo.
Questo significa che l’Inps può procedere al ricalcolo delle pensioni basandosi su dati aggiornati, riconoscendo arretrati e maggiorazioni senza richiedere ulteriori pagamenti da parte del pensionato.
Beneficiari e modalità di applicazione
Non tutti i pensionati statali possono usufruire allo stesso modo del condono contributivo. La normativa distingue due categorie principali:
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Pensionati da meno di tre anni: per chi ha maturato la pensione da meno di tre anni, è possibile un ricalcolo completo dell’assegno mensile con riconoscimento di eventuali contributi aggiuntivi, accompagnato dalla corresponsione degli arretrati maturati.

- Pensionati da più di tre anni: per coloro che hanno superato il triennio dalla decorrenza della pensione, l’Inps non può modificare l’importo mensile già erogato, ma procede comunque all’aggiornamento dei dati contributivi. Ciò consente una base aggiornata per eventuali rivalutazioni future o per la gestione di altre prestazioni previdenziali.
Un aspetto importante riguarda anche l’impatto sul Trattamento di Fine Rapporto (TFR) e Trattamento di Fine Servizio (TFS) per i dipendenti pubblici. La correzione dei dati contributivi può infatti comportare una riliquidazione del TFR o TFS, con possibili incrementi o, in caso di errori in eccesso, richieste di restituzione da parte dell’Inps.
Come richiedere il controllo e tempistiche
La possibilità di usufruire del condono contributivo è stata prorogata fino al 2025, offrendo tempo sufficiente ai pensionati e ai dipendenti pubblici per verificare la propria posizione contributiva.
Chi desidera approfittarne può contattare la propria amministrazione di appartenenza o l’Inps per richiedere una revisione della documentazione contributiva. In alternativa, è possibile rivolgersi a un patronato per ottenere assistenza gratuita nella verifica dei dati.
In un periodo in cui le pensioni sono spesso sotto pressione per via dell’inflazione e delle riforme previdenziali, il condono contributivo può significare un incremento significativo dell’assegno mensile e il recupero di somme arretrate non percepite.