La Cassazione chiarisce i requisiti per annullare le multe da autovelox e indica tempi, costi e procedure per presentare ricorso con successo
La Corte Suprema di Cassazione torna a pronunciarsi sulla delicata questione delle multe da autovelox, confermando un quadro complesso e articolato riguardo la validità dei verbali emessi tramite dispositivi non omologati.
Dopo la storica sentenza n. 10505 del 2024, che ha dichiarato l’illegittimità delle sanzioni elevate con apparecchi non omologati, i giudici hanno però introdotto nuovi limiti che rendono molto più difficile per gli automobilisti ottenere l’annullamento della multa tramite ricorso.
Autovelox: come vincere il ricorso
La vicenda ruota attorno alla distinzione tra autovelox omologati e quelli “approvati”. Il Codice della Strada, agli articoli 201 e 142, impone infatti che gli apparecchi per il rilevamento della velocità siano omologati tramite un decreto attuativo che stabilisca parametri uniformi a livello nazionale, garantendo così la precisione e la legittimità delle misurazioni.

Tuttavia, in Italia non è mai stato emanato un decreto attuativo specifico per l’omologazione degli autovelox, rendendo di fatto impossibile completare tale procedura. Per ovviare a questo vuoto normativo, il Ministero dei Trasporti, tramite la Direzione Generale per la Sicurezza Stradale, ha equiparato l’omologazione alla semplice approvazione, sancita con la circolare ministeriale n. 8176 del 2020.
La Cassazione, nel 2024, ha però dichiarato questa circolare illegittima, sottolineando che il Codice della Strada non può essere modificato né sostituito da una circolare ministeriale e che occorre un’interpretazione rigorosa delle norme relative ai dispositivi di rilevamento della velocità. Questo ha generato molta confusione tra gli automobilisti, molti dei quali hanno creduto di poter ottenere il rimborso delle multe pagate o di essere esonerati dal pagamento fino all’emanazione di un decreto attuativo.
Nonostante la pronuncia della Cassazione abbia posto un importante precedente, vincere un ricorso contro una multa da autovelox rimane oggi molto complesso. In particolare, per poter contestare una multa elevata con apparecchi non omologati, è necessario procedere entro termini stringenti: 30 giorni dalla notifica per il ricorso al Giudice di Pace, oppure 90 giorni per rivolgersi al Prefetto. Il ricorso al Giudice di Pace è considerato più efficace in questo ambito, poiché richiede un’analisi più approfondita della legittimità del verbale, ma comporta costi: almeno 70 euro di spese, senza contare eventuali oneri per documentazione, prove e assistenza legale.
Per dimostrare la mancanza di omologazione è inoltre indispensabile presentare un’istanza di accesso agli atti amministrativi, procedimento gratuito sebbene possa prevedere il pagamento per la riproduzione dei documenti.