Come accedere alla pensione anticipata a 56 anni sfruttando un’opportunità prevista dalla legge e valida per chi ha questi requisiti.
Roberto Vannacci, ex generale dell’Esercito Italiano e attuale eurodeputato, è entrato in pensione a soli 56 anni, un traguardo raggiunto grazie a un percorso contributivo particolarmente intenso e a specifiche maggiorazioni previste per i militari appartenenti ai corpi speciali. La sua esperienza offre uno spaccato interessante sulle particolari norme previdenziali che regolano il comparto Difesa e Sicurezza, nonché sui criteri che consentono pensionamenti anticipati rispetto alla generalità dei lavoratori.
Roberto Vannacci ha accumulato ben 44 anni di contributi previdenziali, un requisito fondamentale che gli ha permesso di accedere al trattamento pensionistico con undici anni di anticipo rispetto all’età pensionabile ordinaria. La sua carriera militare è iniziata precocemente, all’età di 17 anni, un elemento decisivo per poter vantare così tanti anni di contribuzione a soli 56 anni.
Ma non è solo l’età d’ingresso a spiegare questo risultato: Vannacci ha fatto parte dei corpi speciali dell’Esercito, nello specifico come paracadutista incursore, con incarichi di grande responsabilità in missioni internazionali ad alto rischio, come Iraq e Afghanistan. Questa particolare condizione rientra nelle categorie che beneficiano di maggiorazioni contributive, ossia coefficienti che aumentano gli anni di contributi validi ai fini pensionistici in misura superiore rispetto a quanto previsto per i lavoratori civili.
I coefficienti maggiorati per i militari dei corpi speciali
Le regole previdenziali per i militari si differenziano sensibilmente da quelle dei lavoratori civili. Nel caso dei corpi speciali, ogni anno di servizio può essere valorizzato fino a 1,2 anni di contribuzione grazie a specifiche agevolazioni previste dalla legge. Ciò significa che, per ogni anno effettivo lavorato, si può maturare un contributo superiore del 20%, un vantaggio che si traduce in un anticipo significativo rispetto ai tempi pensionistici standard.

Questa maggiorazione è rimasta invariata anche dopo la riforma Fornero del 2012, che ha invece inasprito le condizioni pensionistiche per la maggior parte dei lavoratori italiani. Per il comparto Difesa e Sicurezza, infatti, le regole sono rimaste più favorevoli, riconoscendo la natura usurante e rischiosa di queste professioni. La pensione anticipata, in questi casi, può arrivare anche intorno ai 60 anni o anticipare ulteriormente in presenza di contributi maggiorati come nel caso di Vannacci.
La carriera di Roberto Vannacci e il ruolo dei corpi speciali nell’Esercito Italiano
Roberto Vannacci ha guidato unità militari di élite come la Brigata Folgore e il 9° Reggimento d’Assalto Paracadutisti “Col Moschin”, tra i più selettivi e addestrati dell’intero esercito nazionale. Questi reparti sono specializzati in tecniche di guerriglia, sabotaggio, combattimento corpo a corpo, infiltrazioni dietro le linee nemiche, paracadutismo e operazioni subacquee. La complessità e il livello di rischio associati a tali mansioni giustificano le maggiorazioni contributive previste dalla normativa previdenziale.
L’attenzione legislativa verso queste categorie di lavoratori è motivata da fattori oggettivi, quali la disponibilità permanente, l’esposizione a rischi operativi e la gestione di situazioni estreme, che rendono impossibile applicare loro le stesse regole previdenziali degli altri settori. Di conseguenza, le norme offrono un trattamento pensionistico anticipato rispetto alla media nazionale, garantendo un riconoscimento adeguato al sacrificio e all’impegno richiesti da queste professioni.
In sintesi, il pensionamento anticipato di Roberto Vannacci rappresenta un esempio emblematico di come i meccanismi di maggiorazione contributiva, uniti a un precoce ingresso nel servizio e a una carriera in ruoli di elevata responsabilità all’interno dei corpi speciali, possano consentire un’uscita dal lavoro ben prima dei limiti standard previsti per la pensione di vecchiaia.