Scatta la bomba INPS, valgono anche gli anni in cui non hai lavorato: puoi andare in pensione prima del previsto

Con il termine ultimo per la presentazione delle domande fissato al 31 dicembre 2025, è essenziale che i potenziali beneficiari si informino correttamente.

Una novità di grande rilievo per il sistema previdenziale italiano sta modificando le prospettive di pensionamento per molti lavoratori. Con l’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2024, è stato ufficialmente introdotto il riscatto dei periodi senza contribuzione, una misura che consente di valorizzare fino a cinque anni di vuoti contributivi, anche non consecutivi.

Tale opportunità rappresenta un cambiamento significativo per coloro che hanno iniziato a versare contributi dopo il 1° gennaio 1996 e non hanno anzianità previdenziale precedente.

La nuova circolare INPS e il riscatto degli anni senza contributi

La conferma ufficiale di questa novità arriva dalla circolare INPS n. 69 del 29 maggio 2024, che ha chiarito i requisiti e le modalità di applicazione della misura. La disposizione riguarda esclusivamente i lavoratori che non hanno versato contributi prima del 1996 e che non percepiscono attualmente alcuna pensione.

Il meccanismo permette di riscattare fino a cinque anni di periodi privi di contribuzione, a condizione che tali anni non siano già coperti da altri versamenti obbligatori, figurativi o volontari.

Tra i periodi riscattabili rientrano, ad esempio, le fasi di inattività intervenute tra due impieghi, i periodi di disoccupazione non indennizzata o gli anni dedicati a scelte personali non retribuite. Questa misura offre quindi la preziosa possibilità di valorizzare anche quei momenti in cui il lavoratore non ha svolto attività lavorativa, purché tali periodi siano conformi ai limiti stabiliti e non si sovrappongano ad altri contributi.

Procedura e costi per il riscatto contributivo

Per usufruire di questa opportunità, i lavoratori interessati devono presentare una richiesta entro il 31 dicembre 2025. La domanda può essere inoltrata tramite il portale online dell’INPS, il Contact Center o attraverso i patronati, che offrono supporto nella compilazione e nell’invio della domanda.

Il costo del riscatto è calcolato sulla base del sistema contributivo: significa che per ogni anno riscattato viene applicata un’aliquota proporzionale alla retribuzione imponibile del lavoratore. È possibile effettuare il pagamento in un’unica soluzione oppure optare per la rateizzazione, in modo da rendere più sostenibile l’onere economico.

Sebbene il riscatto non sia gratuito, rappresenta una strategia efficace per chi si trova vicino al pensionamento e necessita di completare gli anni contributivi mancanti per accedere alla pensione. È fondamentale, tuttavia, valutare con attenzione la convenienza economica e l’impatto che tale scelta avrà sulla posizione contributiva individuale.

Implicazioni per chi ha carriere discontinue

Questa nuova disposizione si inserisce in un contesto di incertezza diffusa sul fronte pensionistico italiano, dove le carriere lavorative sono spesso discontinue e i periodi di inattività possono influire negativamente sul diritto e sull’entità della pensione.

Offrire la possibilità di riscattare fino a cinque anni senza contributi costituisce quindi un aiuto concreto per coloro che hanno avuto interruzioni lavorative, agevolandoli nel raggiungere i requisiti per il pensionamento anticipato o contributivo.

La misura è particolarmente rilevante per i lavoratori che hanno iniziato la loro attività dopo il 1996, un segmento di popolazione che non poteva contare su anzianità contributive pregresse e che ora può finalmente colmare quei buchi nel proprio percorso previdenziale.

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