L’insieme di questi interventi normativi e l’ampliamento della platea dei beneficiari hanno contribuito a consolidare l’assegno di inclusione.
L’assegno di inclusione (ADI) continua a rappresentare un pilastro fondamentale nel contrasto alla povertà in Italia, con un’espansione significativa sia nel numero dei beneficiari sia negli importi erogati.
I dati aggiornati dall’INPS al 31 luglio 2025, relativi ai primi diciotto mesi di applicazione della misura, confermano il successo e l’importanza di questo strumento di welfare.
Incremento dei beneficiari e degli importi dell’assegno di inclusione
Dal lancio a gennaio 2024 fino a giugno 2025, sono stati 868 mila i nuclei familiari che hanno ricevuto almeno una mensilità dell’assegno di inclusione, coinvolgendo complessivamente circa 2,1 milioni di persone in tutta Italia. L’importo medio mensile dell’assegno si è attestato sui 669 euro, con una composizione media dei nuclei beneficiari pari a 2,4 persone.
Nel solo primo semestre del 2025, i nuclei familiari assistiti sono saliti a 750 mila, segnando un incremento del 7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo aumento è in larga parte attribuibile all’innalzamento delle soglie ISEE e dei limiti reddituali, stabiliti dalla Legge di Bilancio 2025, che ha ampliato la platea dei soggetti eleggibili alla prestazione.
Il profilo dei beneficiari e la distribuzione territoriale
L’analisi geografica evidenzia una forte concentrazione al Sud e nelle Isole: il 68% delle famiglie beneficiarie risiede in queste aree, con la percentuale che sale al 73% considerando il totale delle persone coinvolte.
Questa distribuzione riflette le persistenti disparità socio-economiche tra Nord e Sud Italia, in particolare per quanto riguarda redditi, tassi di occupazione e disponibilità di servizi sociali.
Nel dettaglio, a giugno 2025, l’INPS ha rilevato che su 666 mila famiglie beneficiarie:
- 251 mila nuclei comprendono minori, sottolineando il ruolo cruciale dell’ADI nel sostegno alla genitorialità e alla tutela dell’infanzia;
- 261 mila famiglie hanno almeno un componente con disabilità, a conferma dell’attenzione rivolta alle condizioni di fragilità;
- 341 mila includono almeno un membro con età pari o superiore a 60 anni, evidenziando l’importanza della misura anche per gli anziani;

- circa 13 mila nuclei sono classificati in condizione di svantaggio sociale secondo gli standard normativi;
- 236 mila gestiscono carichi di cura significativi, come l’assistenza a persone non autosufficienti.
Novità normative e potenziamento della misura nel 2025
A partire dal 1° gennaio 2025, la Legge di Bilancio ha introdotto rilevanti modifiche all’assegno di inclusione. In particolare, sono stati innalzati i limiti economici per l’accesso all’ADI, consentendo così l’ingresso a famiglie con un ISEE e un reddito familiare più elevati rispetto al passato.
Inoltre, è stata adottata una nuova modalità automatica per attribuire il coefficiente di scala di equivalenza, che tiene conto in modo più puntuale del carico di cura all’interno del nucleo familiare.
Questo sistema innovativo attribuisce maggior valore alle situazioni di maggiore fragilità, come la presenza di persone con disabilità o anziani non autosufficienti, permettendo un riconoscimento più equo e mirato delle esigenze familiari.