Nuovo Bonus Caregiver 2025: scopri tutte le agevolazioni e i vantaggi per chi si prende cura dei disabili

Questi strumenti rappresentano un supporto essenziale per alleggerire l’impatto economico e lavorativo dell’assistenza familiare.

Nel panorama delle tutele dedicate a chi si prende cura di familiari con disabilità, il Bonus caregiver 2025 rappresenta un insieme articolato di agevolazioni e benefici economici e lavorativi.

Queste misure sono fondamentali per supportare chi, spesso in forma non retribuita, svolge un ruolo cruciale di assistenza quotidiana.

Assegno di cura e supporto economico regionale

Una delle principali forme di sostegno economico è rappresentata dall’assegno di cura, destinato a chi assiste un disabile o un anziano non autosufficiente presso il proprio domicilio.

Sebbene regolato da una normativa nazionale, la gestione e l’erogazione di questo supporto spettano alle Regioni, che stabiliscono i criteri di accesso, inclusi i requisiti reddituali basati sull’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) e la certificazione della non autosufficienza tramite apposito certificato medico.

L’assegno può essere erogato direttamente alla persona assistita o alla famiglia che fornisce l’assistenza, con importi variabili a seconda della Regione di residenza, della gravità della disabilità, della presenza di un collaboratore domestico e del patrimonio familiare. L’importo minimo riconosciuto è generalmente fissato intorno ai 50 euro mensili, ma può raggiungere soglie superiori in alcune realtà territoriali.

Permessi lavorativi e congedi straordinari per i caregiver

La Legge 104/1992, all’articolo 33, prevede tre giorni di permesso mensile retribuito per i lavoratori dipendenti che assistono familiari con handicap in situazione di gravità. Questi giorni possono essere fruiti anche in modo continuativo e sono coperti da contribuzione figurativa, condizione essenziale per mantenere i diritti previdenziali.

Per usufruire di questi permessi, è necessario che la persona assistita non sia ricoverata a tempo pieno e che il caregiver sia un coniuge, parente o affine entro il secondo grado, estendibile al terzo grado in specifiche condizioni quali l’età avanzata o patologie invalidanti dei genitori o del coniuge.

Un ulteriore strumento è il congedo straordinario previsto dal Decreto Legislativo 151/2001, che consente fino a due anni di assenza dal lavoro, anche frazionata, durante l’intera vita lavorativa. Il congedo è retribuito sulla base dell’ultima mensilità percepita e coperto da contribuzione figurativa, fondamentale per il calcolo dell’anzianità assicurativa, anche se non influisce sul maturare di ferie o tredicesima.

Pensioni anticipate e agevolazioni fiscali

Dal punto di vista previdenziale, il caregiver può beneficiare dell’Ape sociale, un’anticipazione pensionistica che consente l’uscita dal lavoro fino a 3 anni e 7 mesi prima della pensione di vecchiaia.

I requisiti – impresamia.com

Per accedervi, è richiesto un minimo di 63 anni e 5 mesi di età e almeno 30 anni di contributi. L’INPS garantisce un’indennità mensile, con un tetto massimo attualmente fissato a 1.500 euro.

Un’altra misura riservata soprattutto alle lavoratrici caregiver è l’Opzione donna, accessibile con almeno 35 anni di contributi e un’età che varia in base al numero di figli (da 59 a 61 anni). Questa opzione comporta un ricalcolo contributivo del trattamento pensionistico e una finestra di attesa di 12 mesi per la decorrenza della pensione.

Sul fronte fiscale, numerose sono le agevolazioni riconosciute sia alla persona con disabilità sia al familiare che la assiste. Tra le più rilevanti vi sono:

  • IVA agevolata al 4% e detrazioni fiscali per l’acquisto di veicoli adattati e mezzi di locomozione;
  • esenzione dal pagamento del bollo auto e dall’imposta di trascrizione per i passaggi di proprietà;
  • detrazioni Irpef al 19% per l’acquisto di ausili tecnici e informatici;
  • detrazione del 75% sulle spese per eliminazione delle barriere architettoniche;
  • deduzione integrale delle spese mediche e sanitarie sostenute;
  • detrazione Irpef per spese di assistenza personale fino a 2.100 euro annui, riservata a chi ha un reddito lordo non superiore a 40.000 euro;
  • deduzione dei contributi versati per colf e badanti fino a 1.549,37 euro.
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