Con l’aumento dei costi dell’energia elettrica, risparmiare sulla bolletta è diventato un obiettivo imprescindibile.
Tra gli elettrodomestici più energivori e allo stesso tempo indispensabili, il frigorifero rappresenta un elemento chiave su cui intervenire per ridurre i consumi. Mantenere una temperatura interna corretta e adottare alcune semplici accortezze può comportare una significativa diminuzione dei costi energetici senza compromettere la conservazione degli alimenti.
La collocazione del frigorifero in casa è un aspetto spesso sottovalutato ma decisivo per il risparmio energetico. L’elettrodomestico deve essere posizionato lontano da fonti di calore come forni, lavastoviglie o l’esposizione diretta alla luce solare, poiché il calore esterno induce un maggior consumo di energia per mantenere la temperatura interna bassa. È inoltre fondamentale che l’ambiente circostante al frigorifero offra una buona ventilazione, così da facilitare il lavoro del compressore.
Un altro dettaglio da non trascurare è la livellatura del frigorifero, che aiuta a preservare la tenuta delle guarnizioni e l’efficienza del compressore, evitando sprechi energetici dovuti a malfunzionamenti. La manutenzione regolare è altrettanto cruciale: le bobine del condensatore devono essere pulite periodicamente dalla polvere e dallo sporco, che altrimenti aumentano il consumo di corrente. Le guarnizioni consumate o rotte vanno sostituite prontamente per impedire infiltrazioni di aria calda, mentre lo sbrinamento costante del freezer evita l’accumulo di ghiaccio, che comporta un maggior dispendio energetico.
Temperature corrette e buone pratiche per conservare al meglio i cibi
Il frigorifero deve operare con una temperatura interna compresa idealmente tra i 3°C e i 5°C, mentre il congelatore deve essere impostato a -18°C. Temperature troppo alte compromettono la conservazione degli alimenti e possono costituire un rischio per la sicurezza alimentare, mentre valori inferiori non contribuiscono a un risparmio, anzi aumentano inutilmente i consumi.
Un’indagine recente condotta dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie ha evidenziato come circa il 30% delle famiglie italiane imposti temperature superiori ai 7°C, con punte fino a 12°C, un dato preoccupante che indica scarsa consapevolezza e pone a rischio la freschezza e la salubrità degli alimenti.

- Organizzare i cibi negli appositi scomparti, lasciando spazio per il corretto flusso dell’aria fredda.
- Evitare di aprire il frigorifero più volte o per periodi prolungati per non alterare la temperatura interna.
- Non inserire mai alimenti ancora caldi, poiché richiedono uno sforzo maggiore del compressore per raffreddarsi.
- Utilizzare contenitori ermetici per conservare il cibo, così da mantenere freschezza e limitare la necessità di temperature più basse.
- Se si prevede un’assenza prolungata da casa, svuotare il frigorifero e staccare la spina.
Sicurezza alimentare e normativa europea: cosa dice la Commissione Europea
Secondo il Regolamento 1060/2010 della Commissione Europea, i frigoriferi domestici devono garantire una temperatura interna media non superiore a 5°C per assicurare la corretta conservazione degli alimenti. Questo standard è imprescindibile per la sicurezza alimentare, specialmente per prodotti come latte, derivati e avanzi che necessitano di temperature tra +4°C e +6°C.
Tuttavia, la manopola del termostato presente nella maggior parte dei frigoriferi non indica la temperatura in gradi Celsius, bensì un livello di intensità del freddo, generando confusione tra gli utenti domestici. Nonostante la rilevanza del tema, ad oggi le case produttrici più importanti (tra cui Bosch, Siemens, Candy, Indesit, Whirlpool, Hotpoint-Ariston e Samsung) non hanno ancora adottato soluzioni standardizzate per una misurazione chiara e precisa della temperatura interna. Una possibile soluzione sarebbe l’installazione di termometri esterni affidabili, anche se non esistono al momento obblighi normativi in merito.
Mantenere il frigorifero a temperature adeguate non solo protegge la salute dei consumatori, ma contribuisce anche a evitare sprechi alimentari, riducendo la frequenza di scarti dovuti a deterioramento precoce.