La classifica dei passaporti più potenti del mondo nel 2025 è stata nuovamente pubblicata dalla società britannica di consulenza Henley & Partners, che ogni anno valuta la mobilità globale offerta dai documenti di viaggio di quasi 200 Paesi. Questa graduatoria, basata sui dati ufficiali dell’International Air Transport Association (IATA), misura quanti Paesi possono essere visitati senza la necessità di un visto o con un visto rilasciato all’arrivo, tracciando un quadro delle dinamiche geopolitiche e delle relazioni internazionali.
TABELLA DEI CONTENUTI
Singapore e la vetta del potere dei passaporti
Anche nel 2025, a dominare la classifica è il passaporto di Singapore, che garantisce ai suoi cittadini l’accesso senza visto a ben 195 Paesi nel mondo, confermandosi il più potente a livello globale. Questo risultato è frutto di una strategia diplomatico-economica che ha fatto di Singapore un hub internazionale, un centro finanziario tra i primi al mondo, nonché un Paese con un ruolo fondamentale nel commercio e nella finanza globale. La Repubblica di Singapore, situata all’estremità meridionale della penisola malese e composta da un arcipelago di 58 isole, ha saputo costruire una rete di accordi che facilita enormemente la mobilità dei suoi cittadini.
Al secondo posto si posiziona il Giappone, con accesso senza visto a 193 destinazioni, grazie anche alla recente riapertura delle frontiere con la Cina, che ha ripristinato la libera circolazione dopo le restrizioni imposte dalla pandemia. Il Giappone rappresenta un altro esempio di Paese che, pur con una politica di immigrazione tradizionalmente rigida, ha saputo consolidare una forte presenza diplomatica e commerciale internazionale.
L’Europa domina la top ten: l’Italia al terzo posto
L’Europa continua a essere protagonista nella classifica dei passaporti più potenti, con numerosi Paesi membri dell’Unione Europea che si collocano ai primi posti grazie alla forza dell’area Schengen, che garantisce la libera circolazione a oltre 425 milioni di cittadini.
L’Italia si conferma al terzo posto, a pari merito con Francia, Germania, Spagna, Finlandia e Corea del Sud, con un passaporto che consente l’accesso senza visto a 192 Paesi. Questa posizione è leggermente inferiore rispetto all’anno precedente, ma rimane un risultato di rilievo, frutto dell’adesione italiana all’Unione Europea e ai trattati di Schengen. La forza diplomatica europea, infatti, permette ai passaporti di questi Stati di godere di una mobilità globale superiore rispetto a molti altri Paesi.
Segue da vicino un gruppo di sette Stati europei – tra cui Austria, Danimarca, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia e Svezia – che si attestano al quarto posto con accesso a 191 destinazioni. Al quinto posto ci sono Belgio, Nuova Zelanda, Portogallo, Svizzera e Regno Unito, con 190 Paesi raggiungibili senza visto.
Crescita e declino nella classifica globale
Negli ultimi dieci anni si sono registrati cambiamenti significativi nella classifica mondiale. Il passaporto cinese ha compiuto un balzo notevole, passando dal 94° posto nel 2015 al 60° nel 2025, segnando una crescita importante nella mobilità internazionale dei suoi cittadini. Anche gli Emirati Arabi Uniti hanno scalato posizioni, arrivando al decimo posto grazie all’accesso senza visto a 185 Paesi, un risultato che riflette il loro crescente ruolo geopolitico ed economico.
Al contrario, paesi un tempo dominanti come gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno visto un declino della loro posizione. Gli USA sono scesi dal secondo al nono posto, con accesso senza visto a 186 Paesi, mentre il Regno Unito è ora al quinto posto, con 190 destinazioni accessibili. Questo calo è legato a una serie di fattori, tra cui le nuove politiche migratorie e le tensioni geopolitiche che influenzano la facilità di ingresso dei cittadini di questi Paesi nelle varie destinazioni.
La situazione più critica riguarda invece i paesi ai margini della classifica: l’Afghanistan rimane ultimo, con accesso senza visto a soli 26 Paesi, seguito da Siria e Iraq, rispettivamente a 27 e 31 destinazioni. Questi dati evidenziano il forte divario tra i passaporti più potenti e quelli con minori libertà di viaggio, riflettendo spesso condizioni di instabilità politica e conflitti.
L’importanza strategica della mobilità globale
Avere un passaporto potente non è solo una questione di comodità per i viaggiatori, ma rappresenta un elemento cruciale per chi si muove per affari, turismo o esigenze diplomatiche. In particolare, per le imprese e le multinazionali, conoscere la forza del proprio passaporto e le regole di ingresso nei vari Paesi è fondamentale per la gestione dei rischi legati ai viaggi internazionali, noto come Travel Risk Management.
L’Henley Passport Index, giunto quest’anno alla sua ventesima edizione, rimane uno degli indici più affidabili per misurare la mobilità globale, grazie all’utilizzo dei dati IATA e a un monitoraggio costante delle normative di accesso. Parallelamente, esistono altri indici come il Passport Index di Arton Capital, che adottano criteri leggermente diversi e aggiornano in tempo reale le informazioni, confermando comunque la leadership di Singapore e la forza dell’Europa.
Italia, un Paese ricco di storia e cultura con un passaporto prestigioso
Il prestigio del passaporto italiano è anche specchio della posizione geopolitica e culturale dell’Italia, uno Stato membro fondatore dell’Unione Europea e della NATO, con un’economia tra le prime dieci al mondo e una popolazione di circa 59 milioni di abitanti. La Repubblica Italiana vanta non solo un passaporto che garantisce una mobilità internazionale elevata, ma anche un patrimonio culturale e storico di rilievo mondiale, con il maggior numero di siti UNESCO al mondo.
L’Italia, con la sua posizione strategica nel Mediterraneo e il suo ruolo in molte organizzazioni internazionali, continua a essere un crocevia di culture e uno dei Paesi più visitati al mondo. Questa combinazione di fattori si riflette anche nella forza del suo passaporto, che consente ai cittadini italiani di viaggiare con facilità in gran parte del pianeta.
Le dinamiche di questa classifica offrono così uno spaccato del mondo contemporaneo, in cui la mobilità, la diplomazia e l’economia si intrecciano, delineando equilibri e disparità tra i Paesi.