Paura per il “tax day”: chi è coinvolto e a quanto ammonta gli importi da pagare allo Stato

Si avvicina il cosiddetto “tax day”, milioni di contribuenti italiano si scontreranno con le richieste dello stato.

Il 21 luglio 2025 è il cosiddetto “tax day”, una scadenza cruciale per professionisti, imprese, lavoratori autonomi e soci di società trasparenti. A fissare questo termine è il Decreto 84/2025, che ha prorogato dal 30 giugno al 21 luglio il versamento delle imposte dirette

IRPEF, IRES, IRAP, contributi previdenziali INPS, cedolare secca, IVIE e IVAFE, sono tutte le imposte che saranno passate al vaglio dello scrutinio statale. Un’analisi che porterà con sé cadenze di rispettare, calcoli, versamenti e per molti anche una buona dose di ansia da adempimento fiscale.

Chi verrà colpito dal tax day

Sono coinvolti tutti i titolari di partita IVA, ordinaria o forfettaria, che dovranno versare il saldo IRPEF relativo al 2024 e il primo acconto del 2025. Chi opera in regime forfettario, invece, non paga IRPEF, ma un’imposta sostitutiva del 15%, che scende al 5% nei primi cinque anni.

Paura per il "tax day"
Anche artigiani e lavoratori autonomi sono coinvolti – impresamia.com



Anche artigiani, commercianti e professionisti iscritti alla Gestione Separata INPS devono rispettare la scadenza anche i contributi previdenziali, vanno versati entro il termine previsto. La data è la stessa prevista per le imposte sul reddito e dunque anche queste ultime slittano al 21 luglio.

Le società di capitali non sono da meno, si trovano a versare l’IRES, un’imposta proporzionale del 24% sugli utili guadagnati durante l’anno di riferimento. Chi opta per il regime ordinario è soggetto anche a una seconda tassazione sui dividendi distribuiti, per evitarla, si può scegliere il regime per trasparenza.

In questo contesto rientrano anche i soci di società trasparenti, per loro la proroga riguarda direttamente il versamento IRPEF sugli utili attribuiti. È necessario che le quote di partecipazione siano comprese tra il 10% e il 50%e che i soci siano persone fisiche o società di capitali.

Non meno importante è l’IRAP, dovuta da società, enti pubblici e amministrazioni, da cui sono quindi automaticamente esclusi artigiani, commercianti e professionisti. Anche in questo caso la scadenza del saldo 2024 e dell’acconto 2025 è fissata per il 21 luglio, sempre in base a nuovi slittamenti.

Novità anche per chi ha aderito al concordato preventivo biennale, il versamento delle imposte avviene sulla base dell’accordo stipulato con il Fisco. Non si tiene conto del reddito effettivo, ma di quello stimato e l’aliquota applicata è Flat Tax al 15%, su un massimo di 85.000 euro.

Per far fronte all’ammontare complessivo dei versamenti, è prevista la possibilità di rateizzazione e la prima rata va saldata il 21 luglio, senza interessi. Le successive scadono ogni mese fino a dicembre, con interessi progressivi che partono dallo 0,18% e arrivano fino all’1,50%, un aumento da ricordare.

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