Pensione minima, d'invalidità e sociale: tutti i nuovi importi degli assegni con le nuove regole

Gli adeguamenti previsti rappresentano un riconoscimento importante per mantenere il potere d’acquisto dei più fragili.

Con l’avvicinarsi del 2026, si definiscono con maggiore precisione le nuove soglie per le pensioni minime, le pensioni di invalidità civile e l’Assegno sociale, in base alla rivalutazione annuale legata all’inflazione.

Le modifiche, previste dal Documento di Economia e Finanza 2025 (DEF), entreranno in vigore dal 1° gennaio 2026 e interesseranno tutti i trattamenti assistenziali che garantiscono un sostegno economico ai cittadini con redditi ridotti o assenti.

Rivalutazione delle pensioni e degli assegni sociali nel 2026

Come ogni anno, l’adeguamento degli importi avviene in base all’andamento dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato (Ipca), calcolato dall’Istat. I dati finora disponibili mostrano una crescita moderata dell’inflazione, con valori mensili oscillanti tra lo 0,9% e l’1,9% nei primi sette mesi del 2025.

Il governo ha stimato nel DEF una crescita tendenziale dell’inflazione al 2,1%, ma la rivalutazione effettiva degli assegni dovrebbe attestarsi tra l’1,6% e l’1,8%, escludendo alcune componenti volatili come l’energia.

Questa rivalutazione più consistente rispetto allo 0,8% applicato nel 2025 porterà a un aumento reale degli importi erogati, sia per le pensioni minime sia per le prestazioni assistenziali come la pensione di invalidità e l’Assegno sociale.

Pensione minima e integrazione al trattamento minimo

In Italia è previsto un importo minimo della pensione, garantito a chi soddisfa specifici requisiti, come l’assenza di altri redditi o il versamento di contributi entro determinate scadenze.

Attualmente, la soglia minima per l’integrazione al trattamento minimo è fissata a 603,40 euro mensili, che, grazie alla rivalutazione straordinaria del 2,2% voluta dal governo Meloni, raggiunge un massimo di 616,57 euro.

Tutti gli importi – impresamia.com

Per il 2026, con una rivalutazione stimata tra l’1,6% e l’1,8%, la pensione minima dovrebbe aumentare a una forbice compresa tra 613,05 e 614,26 euro. La rivalutazione straordinaria si ridurrà dall’attuale 2,2% all’1,7%, portando così l’importo massimo della pensione minima a oscillare tra 623,47 e 624,70 euro.

Questi valori rappresentano una stima, ma difficilmente si discosteranno significativamente dai dati definitivi, salvo imprevisti legati all’andamento dell’inflazione.

Pensione di invalidità civile e Assegno sociale: gli adeguamenti

La pensione di invalidità civile per invalidi con una percentuale superiore al 74% è attualmente pari a 336 euro mensili. Anche i minori beneficiari dell’indennità di frequenza percepiscono questa somma, seppure per 12 mensilità senza tredicesima. L’aumento previsto nel 2026, applicando la rivalutazione intera, porterà l’importo da un minimo di 341,37 a un massimo di 342,04 euro.

L’Assegno sociale, spesso erroneamente definito “pensione sociale”, è una prestazione destinata a chi ha compiuto i 67 anni e non dispone di redditi sufficienti per una vita dignitosa.

Attualmente, l’importo mensile è di 538,68 euro e per riceverlo interamente il reddito personale deve essere zero, mentre quello coniugale non deve superare i 7.002,84 euro annui. Nel 2026, con la rivalutazione stimata tra l’1,6% e l’1,8%, l’Assegno sociale dovrebbe aumentare a un valore compreso tra 547,29 e 548,37 euro.

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