Non ci crederai ma se hai l'ISEE sotto i 35mila euro c'è una buona notizia: puoi andare in pensione prima

Questa prospettiva rappresenta una delle novità più attese per la legge di Bilancio 2026, che si annuncia come un passaggio cruciale.

Andare in pensione prima grazie a un ISEE fino a 35.000 euro potrebbe diventare realtà con le novità previdenziali in arrivo nel 2026.

Il dibattito sulla riforma pensionistica italiana, ancora fortemente condizionata dalla legge Fornero, sta infatti aprendo uno spiraglio interessante per i lavoratori con redditi medio-bassi, grazie alla possibile introduzione della Quota 41 flessibile legata all’Indicatore della Situazione Economica Equivalente.

Il ruolo dell’ISEE nella nuova riforma pensionistica

Il sistema pensionistico italiano ha sempre calcolato l’accesso e l’importo delle pensioni principalmente in base agli anni di contributi versati e all’età, senza però considerare in modo diretto la situazione economica del lavoratore. L’ISEE, strumento utilizzato tradizionalmente per valutare l’accesso a prestazioni sociali e assistenziali, potrebbe invece diventare un criterio determinante per il pensionamento anticipato.

La proposta più innovativa in discussione prevede, infatti, che coloro che presentano un ISEE fino a 35.000 euro possano accedere alla Quota 41 flessibile senza subire penalizzazioni sull’assegno pensionistico.

Questa misura rappresenterebbe un’importante svolta rispetto alle attuali regole, poiché oggi il sistema premia soprattutto la quantità di contributi versati e l’età, mentre il reddito incide quasi esclusivamente sull’importo finale della pensione.

Quota 41 flessibile: cosa cambia rispetto alla Quota 103

Dopo la progressiva riduzione dell’efficacia della Quota 103, che ha sostituito Quota 100 e Quota 102 ma ha registrato un calo costante nelle domande, il governo valuta di superarla con una nuova formula più equa e selettiva.

La Quota 103 ha infatti mostrato limiti importanti, tra cui il calcolo dell’assegno interamente con il metodo contributivo e un tetto massimo fissato a quattro volte il trattamento minimo INPS, che hanno reso la misura meno vantaggiosa per molti.

La nuova Quota 41 flessibile introdurrebbe penalizzazioni lineari sull’assegno pensionistico pari al 2% (o anche superiore) per ogni anno di anticipo rispetto all’età pensionabile ordinaria, sostituendo il meccanismo attuale basato sul ricalcolo contributivo.

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Tuttavia, per chi ha un ISEE basso, queste penalizzazioni potrebbero non essere applicate, assicurando così un pensionamento anticipato senza riduzioni sull’importo.

Il cambiamento più significativo riguarda proprio la possibilità di accedere alla pensione anticipata senza penalizzazioni se si rientra nella soglia ISEE di 35.000 euro. Ciò andrebbe a tutelare in particolare i lavoratori con situazioni economiche più fragili, estendendo una forma di tutela sociale nel campo previdenziale.

L’ampliamento della platea dei beneficiari grazie alla revisione dell’ISEE

Un ulteriore elemento che potrebbe ampliare la platea dei lavoratori interessati da questa misura è la modifica del calcolo dell’ISEE, che dal 2025 non considera più il valore dei titoli di Stato (BOT, BTP e simili).

Questo significa che anche chi possiede risparmi consistenti in forma di titoli pubblici potrebbe comunque rientrare nella soglia di 35.000 euro, aumentando così il numero di soggetti che potrebbero beneficiare dell’uscita anticipata senza penalizzazioni.

Il sistema previdenziale italiano, quindi, potrebbe muoversi verso una maggiore equità, combinando criteri di contribuzione, età e condizioni economiche, in modo da favorire chi si trova in contesti di maggior difficoltà economica.

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