Quali domande devi fare all’INPS per prendere il massimo della pensione: se hai 67 anni ci sono tre esempi.
Raggiungere i 67 anni rappresenta un momento cruciale per chi si avvicina all’accesso alla pensione in Italia. L’età pensionabile è infatti fissata a questa soglia, almeno fino al 2026, con possibili rialzi a partire dal 2027.
Tuttavia, la concreta possibilità di ottenere un assegno pensionistico dipende da molteplici fattori, tra cui la storia contributiva, la carriera lavorativa e, in alcuni casi, il reddito personale o familiare.
Di seguito, un’analisi dettagliata dei tre principali scenari che si presentano a chi compie 67 anni e intende accedere alla pensione INPS, evidenziando le condizioni necessarie per massimizzare l’importo dell’assegno.
Pensione a 67 anni: tre scenari a confronto
Caso 1: 20 anni di contributi con carriera iniziata prima del 1995
Per chi ha iniziato a lavorare prima del 1995 e ha accumulato almeno 20 anni di contributi, l’accesso alla pensione di vecchiaia ordinaria è possibile al compimento dei 67 anni, senza particolari vincoli aggiuntivi. Si tratta di una normativa consolidata, che rimarrà valida almeno fino al 2026.
Il sistema di calcolo dell’assegno pensionistico in questo caso è misto: per i contributi versati fino al 31 dicembre 1995 si applica il metodo retributivo, basato sulle retribuzioni percepite, mentre per i versamenti successivi si utilizza il sistema contributivo, calcolato sui contributi effettivamente versati. Inoltre, se entro la fine del 1995 sono stati acquisiti almeno 18 anni di contributi (circa 936 settimane), il calcolo retributivo si estende fino al 31 dicembre 2011, garantendo così un assegno più favorevole.
Caso 2: 20 anni di contributi, carriera iniziata dopo il 1995 e reddito elevato
Per i cosiddetti contributivi puri, ovvero coloro la cui carriera è iniziata dopo il 1995 e quindi sono interamente soggetti al sistema contributivo, la pensione è accessibile sempre a 67 anni con almeno 20 anni di contributi versati. Tuttavia, esiste un requisito aggiuntivo fondamentale: l’importo della pensione deve essere pari o superiore all’assegno sociale INPS vigente. Nel 2025, l’assegno sociale ammonta a 538,69 euro mensili. Per molti contributivi puri, raggiungere questa soglia non è scontato, dato che non hanno diritto a integrazioni al minimo o maggiorazioni sociali.
L’assegno pensionistico è determinato esclusivamente dal montante contributivo accumulato nel corso degli anni. Per superare il valore minimo dell’assegno sociale, il montante contributivo deve superare i 120.000 euro, il che corrisponde a contributi annuali medi superiori a 6.000 euro. Chi non raggiunge tale soglia rischia di non percepire alcuna pensione, poiché l’assegno sociale, in questi casi, prevale sull’importo pensionistico.

Caso 3: Nessun contributo o contributi insufficienti a 67 anni
Per chi non ha maturato i requisiti contributivi richiesti per accedere alla pensione, l’INPS prevede la possibilità di ricevere l’assegno sociale, una forma di sostegno economico destinata a chi abbia almeno 67 anni ma non possa beneficiare di alcuna pensione. Possono accedere all’assegno sociale:
- coloro che non hanno raggiunto i 20 anni di contributi;
- chi non ha mai versato contributi;
- chi ha versato contributi ma non raggiunge l’importo minimo per la pensione.
L’erogazione dell’assegno sociale è strettamente vincolata ai limiti reddituali. Per un singolo individuo, il reddito personale non deve superare l’importo stesso dell’assegno, che nel 2025 è di 538,69 euro mensili. L’importo viene concesso per intero solo in assenza di altri redditi; se invece il beneficiario ha un reddito, l’assegno viene ridotto in base alla differenza tra 538,69 euro e il reddito mensile.
Nel caso di coppie coniugate, il reddito familiare complessivo diventa il parametro di riferimento. La soglia per ricevere l’assegno sociale pieno raddoppia, attestandosi a 1.077,38 euro mensili. Se il reddito supera questo limite, l’assegno viene proporzionalmente ridotto. Questa misura rappresenta un’importante rete di sicurezza per chi, a 67 anni, non può contare su una pensione ordinaria, garantendo un sostegno minimo in presenza di difficoltà economiche.