Brutte notizie per tanti italiani: arriva la nuova tassa da 80 euro sull’auto proprio a metà vacanze: chi deve pagare.
Un nuovo onere fiscale si profila all’orizzonte per gli automobilisti italiani, proprio a metà della stagione estiva, periodo tradizionalmente dedicato alle vacanze.
La proposta di un’imposta aggiuntiva di circa 80 euro all’anno per le vetture con più di dieci anni potrebbe infatti rivoluzionare il quadro delle spese automobilistiche, già considerevoli nel nostro Paese.
Le spese fisse per chi possiede un’automobile in Italia
Possedere un’autovettura in Italia comporta una serie di tasse e costi fissi annuali che incidono pesantemente sul bilancio familiare. Tra gli oneri più noti figura il bollo auto, un’imposta di proprietà calcolata in base alla potenza del veicolo e alla regione di residenza. Le tariffe possono variare sensibilmente, con importi maggiori per le auto più potenti e per quelle appartenenti a classi ambientali meno recenti.
Al momento dell’acquisto di un’auto usata, si aggiungono poi ulteriori spese, tra cui il passaggio di proprietà. Questa procedura comporta il pagamento di varie voci: l’Imposta Provinciale di Trascrizione, calcolata in base alla potenza del veicolo e alla provincia, gli emolumenti ACI, l’imposta di bollo per la registrazione al PRA e l’aggiornamento del Documento Unico di Circolazione, nonché i diritti della Motorizzazione Civile. Inoltre, per i veicoli con potenza superiore a 185 kW, si applica il cosiddetto superbollo, un’addizionale di 20 euro per ogni kW che supera questa soglia.
A queste imposte si affiancano poi i costi di manutenzione e gestione ordinaria. La manutenzione ordinaria, inclusi interventi di riparazione, incide mediamente per circa 390 euro all’anno. A questa cifra si devono aggiungere le spese per il carburante e per l’assicurazione, che complessivamente portano il costo medio annuo per mantenere un’auto in Italia a superare i 3.300 euro. Questa cifra rappresenta un peso significativo per molte famiglie italiane.

La revisione periodica del veicolo costituisce un obbligo normativo finalizzato a garantire la sicurezza stradale e il rispetto delle normative ambientali. Durante questo controllo, vengono verificati vari elementi del veicolo, quali l’efficienza dei freni, lo stato degli pneumatici, l’impianto di illuminazione, l’impianto elettrico, le emissioni inquinanti e i livelli di rumorosità. Il costo medio di una revisione presso un’officina autorizzata si attesta tra i 75 e gli 85 euro. Circolare con la revisione scaduta comporta sanzioni amministrative piuttosto severe, che partono da un minimo di 173 euro e possono arrivare fino a 694 euro.
Nei casi di recidiva o di mancata revisione per più anni, le multe possono addirittura raddoppiare, aggravando ulteriormente la situazione economica dei proprietari. Negli ultimi mesi, si sta discutendo a livello europeo di una possibile introduzione di una revisione annuale obbligatoria per le auto con più di dieci anni di vita. Tale misura comporterebbe un costo aggiuntivo stimato intorno agli 80 euro ogni anno per ciascun proprietario.
Questa novità rappresenterebbe un significativo aggravio per coloro che guidano veicoli datati ma ancora in buone condizioni, spesso scelti proprio per ragioni economiche o affettive. L’obiettivo ufficiale della proposta è il miglioramento della sicurezza sulle strade e la riduzione degli incidenti mortali o con feriti gravi. Tuttavia, molte associazioni di consumatori e operatori del settore vedono in questa misura uno strumento volto a incentivare il rinnovo del parco auto, accelerando così la dismissione dei veicoli più vecchi.
Questa ipotesi desta preoccupazione soprattutto nelle famiglie con risorse limitate, che si troverebbero a dover sostenere una spesa ricorrente non prevista, con il rischio di dover rinunciare a veicoli ancora efficienti a causa del peso economico della nuova tassa. In un contesto in cui il costo complessivo del possesso di un’auto in Italia supera già i 3.000 euro all’anno, l’arrivo di un’ulteriore imposta rischia di incidere in modo significativo sul bilancio di milioni di cittadini, complicando ulteriormente la gestione di un bene ormai indispensabile per la mobilità quotidiana.