La verifica e la correzione della dichiarazione rappresentano un investimento utile per massimizzare i rimborsi fiscali.
Con l’avvicinarsi della scadenza per l’invio del modello 730/2025, molti contribuenti scelgono di accettare la dichiarazione precompilata dall’Agenzia delle Entrate senza apportare modifiche.
Tuttavia, questa scelta apparentemente più semplice può tradursi in una perdita economica significativa, oltre che in potenziali sanzioni. Ecco perché è fondamentale esaminare con attenzione i dati inseriti automaticamente nella propria dichiarazione e quali sono le principali insidie da evitare.
L’importanza di controllare i dati nella dichiarazione precompilata
La dichiarazione precompilata dal Fisco contiene informazioni basate sui dati in suo possesso, ma non sempre è completa o accurata. In alcuni casi, infatti, l’Agenzia delle Entrate non inserisce automaticamente determinate informazioni che richiedono una conferma esplicita da parte del contribuente.
Lasciare invariati i dati senza alcuna verifica può comportare la perdita di rimborsi Irpef spettanti, in particolare per quanto riguarda le detrazioni fiscali.
Tra gli errori più frequenti che riducono il rimborso c’è il mancato inserimento o la scorretta compilazione delle spese sanitarie e veterinarie. Per queste ultime, ad esempio, la detrazione del 19% si applica solo a spese superiori alla franchigia di 129,11 euro, con un tetto massimo di 500 euro per le spese veterinarie. Chi non verifica questi dati rischia di perdere fino a centinaia di euro di rimborso.
Errori comuni che fanno perdere denaro nel modello 730/2025
Tra le spese che si possono detrarre al 19% rientrano anche quelle per l’abbonamento ai mezzi pubblici (limite massimo 250 euro), le spese funebri (fino a 1.550 euro per decesso) e le spese scolastiche (fino a 800 euro). Sebbene ogni singola detrazione possa sembrare modesta, il cumulo di queste può portare a un rimborso consistente, come dimostrano esempi pratici che evidenziano rimborsi fino a quasi 500 euro.

Un altro dato fondamentale da controllare è il numero di giorni lavorati o di pensione nel 2023, indicato nel quadro C, rigo 5. Questo elemento, se omesso o errato, può far perdere detrazioni considerevoli, anche superiori a 2.000 euro, soprattutto in casi di cambi di lavoro, doppio sostituto d’imposta o pensionamenti durante l’anno.
Scadenze e consigli per evitare perdite di denaro
La scadenza per l’invio del modello 730/2025 è fissata al 30 settembre. Tuttavia, è consigliabile non attendere l’ultimo momento: prima si trasmette la dichiarazione, prima si riceve l’eventuale rimborso Irpef. Controllare con attenzione i dati precaricati e correggere eventuali errori è un passaggio imprescindibile per evitare di rinunciare a somme a cui si ha diritto.
È importante ricordare che, anche se accettare la precompilata senza modifiche riduce il rischio di controlli documentali da parte del Fisco, lasciare che gli errori permangano può tradursi in una vera e propria perdita economica.