Lavoratori, adesso avete diritto a un risarcimento: la nuova sentenza della Cassazione mette tutto in chiaro

La nuova sentenza della Corte di Cassazione ribalta tutto: finalmente è stato chiarito cosa e quanto spetta ai lavoratori.

I giudici di legittimità hanno finalmente fatto luce su una questione che è stata lungamente dibattuta. Per anni, infatti, i giuristi hanno espresso considerazioni divergenti sulla faccenda, fomentando dubbi e perplessità.

Questa volta, però, i lavoratori possono dormire sogni tranquilli, la Corte di Cassazione ha messo nero su bianco cosa gli spetta, portando a compimento una diatriba giuridica durata anni.

Lavoratori, adesso avete diritto a un risarcimento: la nuova sentenza della Cassazione mette tutto in chiaro

I lavoratori dipendenti sono, secondo statistiche recenti, maggiormente esposti al rischio di demansionamento. Si fa riferimento alla costante e sistematica attribuzione di mansioni inferiori, svolte per un numero considerevole di ore, durante la giornata lavorativa.

Chi ha vissuto, purtroppo, questa circostanza sa quanto può essere umiliante ritrovarsi a svolgere compiti professionali che non rispecchiano il proprio profilo lavorativo e la propria preparazione.

Gli esperti della salute mentale ritengono che, tale atteggiamento perpetrato dal datore di lavoro nei confronti del dipendente o da un collega gerarchicamente sovraordinato, se ripetuto nel tempo, può causare problemi di autostima generando stati di stress, ansia, fino a veri e propri fenomeni depressivi.

Per questo, anche la giurisprudenza ha dovuto fare i conti con questa faccenda dato che, sono molti i lavoratori che hanno adito l’autorità giudiziaria per chiedere un risarcimento a causa dei danni subiti.

Qualche anno fa, un’infermiera ha deciso di richiedere un risarcimento del danno all’impresa presso la quale lavorava, poiché era stata adibita a svolgere funzioni che spettano invece agli operatori socio-sanitari.

In Corte d’Appello, i giudici di secondo grado hanno liquidato in via equitativa un risarcimento pari al 6% della retribuzione. I giudici hanno riscontrato, infatti, che era stata lesa la sua dignità professionale e l‘immagine lavorativa.

La vicenda giudiziaria si è conclusa definitivamente l’8 maggio 2025, quando la Corte di Cassazione con la sentenza numero 12128 ha confermato quanto stabilito dai giudici della Corte d’Appello.

Occorre chiarire che la richiesta del datore di lavoro agli infermieri di svolgere attività degli OSS non è illegittima, infatti, ai sensi dell’articolo 49 del Codice Deontologico degli Infermieri, devono compensare le carenze di servizi che possono verificarsi eccezionalmente, nell’interesse primario degli assistiti.

Tuttavia, come chiarito dalla Corte di Cassazione, deve trattarsi di attività che non siano troppo distanti da quelle che spettano propriamente gli infermieri e, che la richiesta avvenga in via del tutto eccezionale, per sopperire ad una esigenza organizzativa temporanea. Se l’attribuzione di mansioni inferiori è, invece, sistematica e duratura, il lavoratore ha diritto al risarcimento del danno.

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