Chi vive in queste città pagherà molto di più in tasse: dove è aumentata l'addizionale IRPEF

Il tema delle addizionali Irpef è al centro di un dibattito politico e sociale, con l’esigenza di bilanciare equità fiscale e autonomia locale.

Nel 2025 si registra una significativa disparità nel pagamento dell’addizionale Irpef tra le principali città italiane, evidenziando come il carico fiscale locale vari considerevolmente in base al territorio di residenza, anche a parità di reddito.

Dall’analisi più recente della Uil emergono chiaramente le aree dove i contribuenti sostengono un peso maggiore, con conseguenze importanti per la capacità di spesa e la percezione dei servizi locali.

Le città con le addizionali Irpef più elevate per un reddito di 40.000 euro

Per i contribuenti con un reddito imponibile di 40.000 euro, le città in cui si paga di più in addizionali Irpef sono Salerno e Roma, con importi che superano i 1.450 euro annui. Nello specifico, Roma registra un prelievo pari a 1.452 euro, mentre Salerno si colloca poco sopra tale soglia. Seguono a breve distanza altre città del Sud e del Lazio, come Avellino e Napoli (1.428 euro), Frosinone, Latina e Rieti (1.412 euro) e Viterbo (1.394 euro).

Lo scenario cambia drasticamente se si guarda a Milano, dove il totale dell’addizionale si attesta a 916 euro, principalmente perché il capoluogo lombardo non applica l’addizionale comunale per redditi di questa fascia, insieme ad altre città come Firenze, Mantova e Bolzano. Il dato più basso tra le città metropolitane è invece quello di Cagliari, con soli 778 euro.

Questo forte divario fiscale sottolinea quanto la scelta delle amministrazioni comunali e regionali incida direttamente sul peso tributario per i cittadini, generando profonde differenze tra aree geografiche anche a reddito uguale.

Roma e Milano: un confronto emblematico

Il confronto tra Roma e Milano continua a rappresentare il caso più emblematico nell’ambito delle addizionali Irpef. Per un reddito di 40.000 euro, un contribuente romano paga 1.542 euro complessivi, mentre un milanese versa solo 916 euro, con una differenza di quasi 630 euro.

Anche per redditi più bassi, come quelli da 20.000 euro, il gap si mantiene ampio: 606 euro a Roma contro 263 euro a Milano. Quest’ultima si conferma tra le poche grandi città italiane senza addizionale comunale, un elemento che contribuisce a renderla più attrattiva sul piano fiscale.

Le città più onerose per i redditi più bassi

Per i contribuenti con reddito da 20.000 euro, la classifica delle città più costose è guidata da Vibo Valentia, con un’imposizione di 686 euro annui di addizionale Irpef. Seguono Salerno (627 euro), Avellino e Napoli (607 euro), Roma (606 euro) e poi un gruppo di città del centro-sud come Frosinone, Latina e Rieti (586 euro).

Salerno nell’occhio del ciclone – impresamia.com

Questi dati mostrano come le differenze nel carico fiscale non si limitino solo al confronto tra Nord e Sud, ma si manifestino anche all’interno delle stesse aree regionali, evidenziando una forte disomogeneità territoriale.

Le addizionali Irpef come leva per finanziare i servizi locali

Le addizionali Irpef rappresentano una fonte importante di finanziamento per i servizi pubblici locali, come sanità, trasporti, istruzione e welfare. Tuttavia, la mancanza di una chiara correlazione tra l’aumento delle addizionali e il miglioramento effettivo della qualità dei servizi spesso alimenta il malcontento tra i cittadini.

Secondo le organizzazioni sindacali, è fondamentale che vi sia maggiore trasparenza sull’utilizzo delle risorse raccolte tramite queste imposte, al fine di assicurare che i fondi vengano impiegati per potenziare realmente i servizi e migliorare il benessere collettivo.

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