700 euro al mese anche se hai lavorato pochissimo: il trucco che (quasi) nessuno conosce

Si tratta di un vero e proprio “trucco” poco conosciuto ma di grande rilevanza sociale ed economica.

È possibile percepire una pensione mensile di circa 700 euro anche dopo pochi anni di lavoro?

La risposta, sorprendentemente, è sì, grazie ad alcune misure previdenziali e assistenziali messe a disposizione dallo Stato italiano per tutelare le persone con carriere lavorative discontinue o contributi limitati.

Pensione contributiva dopo pochi anni di lavoro: come funziona

Secondo la normativa vigente, per accedere alla pensione di vecchiaia ordinaria occorre aver compiuto almeno 67 anni e aver accumulato un minimo di 20 anni di contributi. Tuttavia, chi ha versato meno anni di contributi può comunque ottenere un trattamento pensionistico, seppur ridotto, attraverso il cosiddetto sistema contributivo puro, applicabile a chi ha iniziato a versare contributi dopo il 31 dicembre 1995.

In questo contesto, un lavoratore che abbia almeno 71 anni ed abbia accumulato anche solo 5 anni di contributi effettivi, può richiedere la pensione di vecchiaia contributiva. Prendendo a esempio un reddito lordo annuo di 20.000 euro, dopo cinque anni di lavoro si raggiungono circa 33.000 euro di contributi. Applicando il coefficiente di trasformazione valido a 71 anni, pari al 6,466%, si ottiene una pensione annua di circa 2.134 euro lordi, ovvero poco più di 177 euro lordi al mese.

L’importanza dell’assegno sociale per integrare la pensione

Questa cifra, da sola, non garantisce un tenore di vita dignitoso. Per questo motivo lo Stato interviene con strumenti assistenziali come l’assegno sociale, rivolto a persone in condizioni economiche svantaggiate e con requisiti anagrafici specifici. Nel 2025, l’importo dell’assegno sociale è fissato a 538,69 euro mensili per 13 mensilità, corrispondenti a circa 7.000 euro annui.

I dettagli da conoscere – impresamia.com

Possono accedere all’assegno sociale i cittadini non coniugati con reddito annuo inferiore a 7.002,97 euro e i coniugati con reddito familiare inferiore a 14.005,94 euro. L’assegno è erogato integralmente a chi non percepisce alcun reddito o ha un reddito molto basso, mentre viene ridotto in caso di redditi più elevati ma comunque inferiori a determinate soglie.

Sommando la pensione contributiva minima di circa 177 euro al mese con l’assegno sociale, e considerando l’adeguamento annuale per la rivalutazione monetaria, si può dunque superare la soglia di 700 euro mensili. Questa combinazione rappresenta un importante sostegno per chi ha avuto carriere lavorative discontinue o brevi, garantendo un reddito minimo di sostentamento nella terza età.

Requisiti e prospettive future

È fondamentale sottolineare che la percezione di questa pensione integrata richiede il rispetto di precisi requisiti anagrafici e reddituali, oltre alla presentazione della domanda presso l’INPS, che effettua controlli annuali per verificare il possesso delle condizioni necessarie.

Le normative in materia previdenziale sono in continua evoluzione e le misure di sostegno per chi ha carriere lavorative brevi sono oggetto di aggiornamenti periodici. Rimanere informati tramite fonti ufficiali consente di cogliere al meglio queste opportunità e pianificare con maggiore sicurezza il proprio futuro pensionistico anche in presenza di contributi limitati.

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