L'Inps premia questi lavoratori: in arrivo un aumento da 575 euro, ecco per chi

L’iniziativa è vista come un ulteriore passo per rafforzare la presenza attiva degli over 60 nel mondo del lavoro.

L’INPS ha ufficializzato un’importante novità per incentivare la permanenza nel mondo del lavoro di coloro che hanno già maturato i requisiti per la pensione anticipata. Con la circolare n. 102 del 16 giugno 2025, è stato introdotto il cosiddetto Bonus Giorgetti, un incentivo economico che può arrivare fino a 575 euro netti al mese, rivolto a circa 7.000 lavoratori pubblici e privati.

L’obiettivo è contrastare il fenomeno del pensionamento anticipato e favorire una maggiore presenza attiva nel mercato del lavoro.

Il Bonus Giorgetti: destinatari e condizioni

Il Bonus Giorgetti si rivolge ai lavoratori dipendenti che entro il 31 dicembre 2025 abbiano raggiunto i requisiti per:

  • la Quota 103, ovvero almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi;
  • la pensione anticipata ordinaria, con 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini.

Coloro che decidono spontaneamente di rinviare il pensionamento, nonostante il raggiungimento dei requisiti, potranno beneficiare di un aumento in busta paga esente da imposte, risultato dell’esonero dal versamento della quota contributiva a carico del lavoratore.

Modalità di erogazione e benefici fiscali

Il meccanismo del bonus agisce su due fronti: contributivo e fiscale. Dal punto di vista contributivo, il lavoratore rinuncia temporaneamente al versamento della propria quota IVS (Invalidità, Vecchiaia e Superstiti), che normalmente sarebbe destinata all’INPS. Questa quota, invece di essere versata, viene riconosciuta come una maggiorazione della retribuzione netta mensile. Il datore di lavoro, invece, continua a versare la propria parte contributiva, assicurando così la regolarità della posizione previdenziale.

Sul fronte fiscale, l’aumento in busta paga è completamente esente da IRPEF e non concorre alla formazione del reddito imponibile. La disposizione è regolata dal comma 161 dell’articolo 1 della Legge di Bilancio 2025 e dall’articolo 51 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi).

Valore economico del bonus e impatto pensionistico

L’esonero contributivo determina un incremento netto pari al 9,19% della retribuzione lorda mensile. Per fare alcuni esempi concreti:

  • Un lavoratore con uno stipendio lordo di 2.000 euro riceverà un bonus mensile netto che varia tra i 180 e i 200 euro.
  • Chi ha 62 anni e un reddito lordo annuo di circa 40.000 euro può arrivare a percepire fino a 6.900 euro netti all’anno, ossia circa 575 euro mensili.
  • A 66 anni, invece, il bonus si riduce a circa 1.445 euro annui, circa 102 euro al mese, dato che si avvicina il pensionamento di vecchiaia.

Va considerato che, poiché la quota IVS non viene versata durante il periodo di godimento del bonus, il montante contributivo finale sarà leggermente inferiore, con un possibile effetto riduttivo sull’importo della pensione futura. Tuttavia, secondo le stime dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, il guadagno immediato nel reddito può compensare ampiamente questa perdita, soprattutto se la prosecuzione dell’attività lavorativa si protrae per più anni.

Questa misura rappresenta dunque un incentivo volontario, senza alcuna penalizzazione per chi sceglie di andare in pensione. Si tratta di un potenziamento rispetto al precedente Bonus Maroni, con una maggiore convenienza per i lavoratori, soprattutto nei primi anni di applicazione.

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