Dal 2025 cambiano le regole per chi intende andare in pensione a 67 anni, ma è soggetto esclusivamente al sistema contributivo
Parliamo di chi ha iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996. Non basta infatti aver raggiunto l’età anagrafica e versato 20 anni di contributi: bisogna anche soddisfare un ulteriore requisito economico legato all’importo dell’assegno pensionistico.
Con le nuove norme, l’importo della pensione deve essere almeno pari a una volta il valore dell’Assegno sociale, che nel 2025 è fissato a 538,69 euro al mese, pari a 6.992,97 euro annui lordi. Si tratta di una novità introdotta con la legge di Bilancio 2024, che ha abbassato la soglia precedente (pari a 1,5 volte l’Assegno sociale), ma che comunque rappresenta un filtro importante per l’accesso alla pensione a 67 anni.
Quanto serve per raggiungere la soglia?
Per capire se si raggiunge questa soglia, bisogna calcolare quanto montante contributivo (cioè la somma di tutti i contributi versati) è necessario. Questo dipende dal cosiddetto coefficiente di trasformazione, che a 67 anni nel 2025 sarà pari al 5,608%.

In pratica, per ottenere una pensione annuale di 6.992,97 euro, è necessario aver accumulato un montante contributivo di almeno 124.677 euro. Questo è il minimo che bisogna raggiungere per ottenere il diritto alla pensione a 67 anni. Ma quanto bisogna guadagnare ogni anno per arrivarci in 20 anni di lavoro? Se consideriamo un lavoratore dipendente, con un’aliquota contributiva del 33%, per accumulare 124.677 euro in 20 anni è necessario versare almeno 6.234 euro di contributi ogni anno. Questo si traduce in uno stipendio lordo annuo di circa 18.891 euro, ovvero circa 1.450 euro al mese lordi.
Per i lavoratori autonomi, che hanno un’aliquota contributiva del 25%, il reddito lordo richiesto sale a 24.936 euro all’anno, quindi 2.078 euro al mese lordi.
Questo significa che chi guadagna meno di queste cifre, anche lavorando per 20 anni, non raggiungerà il montante necessario per ottenere la pensione a 67 anni. In questi casi, l’alternativa è aspettare i 71 anni, età in cui è possibile accedere alla pensione anche con soli 5 anni di contributi, purché si sia sempre stati nel sistema contributivo.
Il problema più grande riguarda chi ha avuto carriere discontinue, stipendi bassi o contratti precari. Anche raggiungendo i 20 anni di contribuzione, il rischio è di non aver accumulato un montante sufficiente per raggiungere l’importo minimo richiesto.
Per questi lavoratori, spesso sarà inevitabile rimandare l’uscita dal lavoro oltre i 67 anni. La soglia prevista può quindi penalizzare molti giovani, donne, lavoratori part-time e in generale chi ha avuto percorsi professionali non lineari. Per chi spera di andare in pensione prima dei 67 anni, ad esempio a 64, esiste un’ulteriore possibilità, ma le condizioni sono ancora più rigide. Servono infatti lmeno 20 anni di contributi; un assegno pensionistico di almeno 3 volte l’Assegno sociale, cioè oltre 1.616 euro lordi al mese; almeno 25 anni di contribuzione
In questo caso, il montante contributivo necessario sale a circa 413.000 euro, una soglia difficilmente raggiungibile senza guadagni elevati per lunghi periodi. Si parla di stipendi superiori ai 50.000 euro annui lordi per un dipendente, ancora di più per un autonomo.