730, i rimborsi spettano anche a chi ha cartelle esattoriali scadute? Cosa può fare il Fisco

Restano in vigore le regole attuali fino a quando il Ministero dell’Economia non completerà l’iter normativo.

Con l’avvio della campagna per la dichiarazione dei redditi 2025, molti contribuenti attendono ancora l’accredito dei rimborsi IRPEF derivanti dal modello 730.

Tuttavia, la presenza di cartelle esattoriali scadute può influire sulla tempestività e sulla possibilità di ricevere tali rimborsi, generando incertezza e malcontento, soprattutto in attesa dell’entrata in vigore delle nuove disposizioni previste dalla riforma della riscossione.

Il blocco dei rimborsi per cartelle esattoriali non pagate: cosa prevede la normativa attuale

L’Agenzia delle Entrate ha l’obbligo di verificare, prima di erogare un rimborso fiscale, se il contribuente risulti avere debiti iscritti a ruolo, ossia cartelle esattoriali non saldate entro il termine previsto di 60 giorni.

Quando tali debiti superano la soglia di 1.500 euro (comprensiva di sanzioni, interessi e spese accessorie), si attiva un alert, che può comportare il blocco del rimborso e la sua compensazione volontaria con le somme dovute all’Erario.

Questa procedura, disciplinata dall’articolo 28-ter del DPR 602/1973, consente all’Agenzia delle Entrate-Riscossione (ex Equitalia) di incamerare il rimborso per coprire i debiti fiscali pendenti. Il contribuente può accettare o meno questa compensazione, ma in mancanza di consenso l’Agenzia ha facoltà di bloccare il rimborso fino alla concorrenza dell’importo della cartella.

È importante sottolineare che rientrano nel calcolo non solo i ruoli iscritti dall’Agenzia delle Entrate, ma anche quelli di altre agenzie fiscali e enti previdenziali convenzionati, come stabilito dal decreto legislativo n. 46/1999.

Riforma della riscossione: le novità ancora in attesa di attuazione

La riforma della riscossione, introdotta con il D.Lgs. 110/2024, ha apportato modifiche significative al sistema di compensazione dei rimborsi con i debiti fiscali. In particolare, la nuova normativa prevede che la compensazione possa essere applicata solo se il rimborso supera i 500 euro e che vengano considerate esclusivamente le cartelle già notificate e non pagate entro i 60 giorni.

Questa innovazione avrebbe dovuto garantire che i contribuenti con rimborsi di entità modesta ricevano regolarmente le somme spettanti anche in presenza di debiti fiscali pendenti di piccolo importo.

Cosa devi sapere – impresamia.com

Tuttavia, il regolamento attuativo del Ministero dell’Economia e delle Finanze, necessario per rendere operative tali modifiche, non è ancora stato emanato. Di conseguenza, l’Agenzia delle Entrate continua ad applicare le vecchie regole, con il blocco dei rimborsi anche inferiori a 500 euro, causando ritardi e disagi per molti contribuenti.

Cosa possono fare i contribuenti in attesa del rimborso?

La situazione attuale è dunque di natura transitoria e dipende dall’emanazione del decreto ministeriale e dal successivo decorso di 60 giorni per l’entrata in vigore delle nuove regole.

Nel frattempo, i contribuenti che attendono il rimborso IRPEF derivante dal modello 730 e che risultano avere cartelle esattoriali scadute per importi superiori a 1.500 euro potrebbero vedere bloccate o ritardate le somme spettanti, anche se di modesta entità.

Va ricordato che chi ha cartelle rateizzate generalmente non subisce il blocco del rimborso, poiché la regolarizzazione del piano di pagamento costituisce una tutela.

Una volta attive, le nuove disposizioni offriranno un sistema più equo, distinguendo chiaramente tra piccoli e grandi debiti e garantendo l’erogazione immediata dei rimborsi fino a 500 euro, anche in presenza di pendenze fiscali.

Change privacy settings
×