1200 euro in meno sulla pensione: l'allarme scatta per milioni di italiani

Il tema delle pensioni continua a rappresentare una sfida aperta che coinvolge un’ampia fascia della popolazione.

Un allarme di portata nazionale scuote il mondo delle pensioni: 3,5 milioni di pensionati in tutta Italia rischiano di vedere un taglio sulle proprie pensioni che può arrivare fino a 1.200 euro in meno all’anno.

Questa situazione è al centro di una serie di iniziative legali e sindacali che puntano a ribaltare l’attuale quadro normativo, ritenuto penalizzante soprattutto per i pensionati con redditi medi e medio-alti.

Tagli alle pensioni e ricorsi pilota della UIL Pensionati

La UIL Pensionati ha formalmente avviato cinque cause pilota contro il meccanismo di riduzione delle rivalutazioni automatiche delle pensioni superiori a quattro volte il trattamento minimo, introdotto dall’ultima legge di bilancio 2023.

Questa misura prevede una perequazione ridotta: mentre l’inflazione registrata nel 2022 era del 7,3%, per le pensioni oltre i 2.101 euro lordi mensili la rivalutazione scende al 6,2%, fino ad arrivare al 2,3% per gli assegni più elevati.

Il segretario generale della UIL Pensionati, Carmelo Barbagallo, insieme alla UIL Confederale, ha deciso di portare la questione davanti alla Corte Costituzionale chiedendo la dichiarazione di incostituzionalità dell’articolo 1, comma 309, della legge di bilancio 2023. Se accolto, questo ricorso potrebbe modificare radicalmente le condizioni pensionistiche di milioni di cittadini.

Impatto territoriale e sociale, il caso Lazio

Nel solo Lazio, secondo i dati forniti da Oscar Capobianco, segretario generale UIL Pensionati Lazio, sono oltre 480mila i pensionati colpiti da queste riduzioni, di cui 407mila provenienti dai settori pubblico e privato e 73mila ex liberi professionisti e autonomi.

L anovità colpisce 3 pensionati su 10 – impresamia.com

Capobianco sottolinea che tre pensionati su dieci rischiano di perdere fino a 1.200 euro l’anno, una somma significativa soprattutto in un contesto economico segnato dall’inflazione persistente, dall’aumento dei mutui e dal caro carburanti.

La UIL definisce questa riduzione come uno “scippo legalizzato” ai danni di chi ha versato contributi e tasse per tutta la vita lavorativa. Non si tratta di difendere privilegi, ma di riaffermare che la pensione è un salario differito e come tale deve essere tutelato.

Strategie legali e richieste sindacali

La causa pilota nel Lazio è stata avviata per conto di un ex lavoratore del settore privato, con le spese legali interamente coperte dal sindacato. Successivamente, sono previsti ricorsi specifici: al tribunale del lavoro per pensionati privati e alla Corte dei Conti per quelli pubblici. Sarà poi compito dei giudici valutare se procedere con un ricorso alla Corte Costituzionale.

Oltre a contestare i tagli, la UIL chiede con forza il rafforzamento della quattordicesima mensilità, una riduzione della pressione fiscale sulle pensioni, la separazione netta tra spesa assistenziale e previdenziale e il ripristino di misure come l’opzione donna.

Capobianco denuncia che nel 2023 il Governo ha realizzato un “tesoretto” di oltre 2 miliardi di euro a carico dei pensionati, chiedendo che questa politica venga fermata.

Prospettive future e riforme

Sul fronte delle riforme pensionistiche, per il 2026 si prospettano diverse ipotesi che potrebbero modificare età pensionabile, trattamento di fine rapporto, bonus specifici e opzioni dedicate a categorie svantaggiate.

Tuttavia, queste riforme non sembrano al momento mitigare il problema dei tagli alle rivalutazioni degli assegni, che resta una delle principali preoccupazioni per milioni di pensionati.

Nel frattempo, l’INPS ha fornito nuovi chiarimenti sulle aliquote di rendimento e sulle categorie di pensionati interessate, ma la questione delle rivalutazioni resta centrale nel dibattito pubblico e politico.

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